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La trasferta russa - il giorno x, ovvero l'odissea del parrucchiere

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Ed eccoci arrivati a mercoledì 20 febbraio. Il grande giorno.
Per la cena in ambasciata? Noooooo, per la spedizione dal parrucchiere! :D
Come molte di voi hanno intuito, è stata una vera e propria avventura.
La tabella di marcia della giornata prevedeva: mattinata in ambasciata, ritorno in hotel dopo pranzo, disbrigo questioni burocratiche, parrucchiere alle 16.00 per me e CollegaNuova, ritorno in hotel, doccia-vestizione-trucco e partenza per l'ambasciata. Naturalmente le cose non sono andate come da programma. Avevate qualche dubbio? ;)
Ma partiamo dall'inizio


Al mio risveglio trovo CollegaNuova in stato comatoso, dopo che la sera primaè rientrata dalla cena all'una di notte. Arrivata in camera, un po' per la stanchezza, un po' per la sua tendenza all'insonnia, non
riesce a chiudere occhio e si sa che ripetersi "Devi dormire! Devi dormire altrimenti domani sarai uno straccio!" produce esattamente l'effetto tanto paventato: la poverina si appisola alle 4.00... E la sveglia suona alle 6.45. Io che provavo un vago rimorso al ricordo di come avevo sganciato tutti ritirandomi in camera da sola, mi convinco di aver fatto la cosa giusta: ogni tanto vale la pena di dire di no, di rifiutare un "dovere lavorativo di serie c", se questo serve per realizzare al meglio un "obiettivo di serie a", per essere in forma nel momento davvero cruciale. E così mentre CollegaNuova agonizza a letto, io scendo a colazione e tengo banco da sola in una tavolata di zombie :)

Arrivati in ambasciata, conosciamo finalmente la moglie dell'ambasciatore, quella che ci era stata descritta come "una donna molto formale, che ama le persone eleganti e le cose chic", insomma, il tipo che ti mette a disagio ancora prima di incontrarla. La consorte vamp si rivela un essere di tale bruttezza e sciatteria che nessuno di noi riesce a credere che possa essere davvero lei. Per fortuna, prima che la scambiamo per il garzone del fiorista e le chiedamo di modificare i centrotavola, un ragazzo dello staff si affretta a presentarcela. Rimaniamo a bocca aperta: un'altissima scopa vestita, secca e gobba, con un trapezio di capelli crespi e grigiastri, due spaventose occhiaie da panda e una fila di denti storti, di un colore che si alterna tra il grigio tortora e il giallo zafferano. Dev'essere stato allora che CollegaNuova ha iniziato a pensare che, tutto sommato, il parrucchiere non era così indispensabile e che poteva sfruttare meglio quell'ora dedicata allo shampoo, ad esempio recuperando il sonno perduto.
Aggiungi che come al solito gli imprevisti si susseguono a cascata e siamo in deciso ritardo sulla tabella di marcia: CollegaNuova mi tira il pacco e decide di saltare la seduta di restauro tricologico. Mi passa la cartina scala 1:100.000 che le ha stampato la receptionist dell'hotel e mi riassume brevemente le indicazioni per raggiungere il parrucchiere. Peccato che il percorso segnato parta dall'albergo, dove non faremo mai in tempo a tornare, e io invece mi trovi ancora in ambasciata.
Poco male, sono ottimista. Non può essere tanto difficile trovare un parrucchiere a Mosca, giusto?
Eheh, sì giusto, come no.

Sincronizzo l'orologio: ho un'ora e mezzo a disposizione, due al massimo se confido in un ritardo anche di Capo e CollegaNuova. Decido di chiamare un taxi, per non perdere tempo. Ingenua me... La guardia all'ingresso si mette a ridere alla mia richiesta:
"Non usi il taxi, potrebbe impiegare un'ora ad arrivare là"
"No, non ha capito - insisto io aprendo la cartina davanti al vetro - vede, devo andare qui: siamo vicini!"
"E' lei che non ha capito. Non ha idea di cosa sia il traffico a Mosca. A quest'ora è tutto bloccato e per percorrere una decina di chilometri potrebbe metterci mezz'ora, un'ora o anche due se il suo taxi si ferma in un ingorgo. Si fidi di me, NON usi il taxi"
Abbattuta, inizio a pigolare:
"Però vede... io devo proprio andarci... ho un appuntamento..."
"Nessun problema! Usi la metro, è facilissimo! Esca di qui, vada dritto finchè non trova via Arbat, entri nella metro Arbatskaya, prenda la linea blu e scenda alla prima fermata: Alexandrovskiy Sad. Lì cambi e prenda la linea grigia in direzione Altuf'evo. Di nuovo una fermata, scenda a Chekhovskaya e percorra il raccordo con la linea verde (che scoprirò essere lungo qualcosa come un paio di chilometri) prenda la linea verde in direzione Rechnoi Vokzal e scenda alla prima fermata, Mayakovskaya"
Facile no?
Così elementare che, per ravvivare un po' il giochino altrimenti noioso, le indicazioni scritte tutte, esclusivamente in cirillico, che ai moscoviti i caratteri latini e la lingua inglese stanno proprio indigesti.
Il percorso suona più o meno così:


Notare l'appunto scritto su una busta sbrindellata, nella migliore tradizione lavorativa delle donne in carriera. Però era una busta dell'ambasciata, oh yeah.

Ci penso un po', poi mi convinco: ce la posso fare. D'altra parte sono a Mosca perbacco, mica su Marte! E non sono così imbranata. Non si tratta di fare orienteering in mezzo alla foresta pluviale dotata solo di bussola e di un branco di gorilla affamati alle calcagna. E' una metro e le metro funzionano tutte allo stesso modo.
Una volta in strada sono meno sicura di me. Cammina cammina, non trovo i riferimenti nominati dalla guardia. E se non avessi capito bene? Mi rendo conto solo in quel momento che sono sola in un mondo russofono e che alle cinque lezioni di russo ho imparato a malapena:
"kak делa?" (come stai?)
"Хорошо, спасибо" (bene, grazie)
"kak яa радa!" (come sono felice!)

Evidentemente, tutte frasi utilissime nel contesto specifico. Ravanando nel mio misero bagaglio culturale riesumo una parolina più utile: где - dove. Adesso non mi ferma più nessuno. Mi piazzo in mezzo all'Arbat street e inizio a piantonare i passanti.
"Gde metro arbatskaya?"
Prima mi ignorano. Fa parte dell'etichetta russa.
Ma io insisto: siete duri? Io lo sono di più (e ho un bisogno disperato di un domatore di capelli crespi).
Quando ripeto la domanda finalmente mi guardano, in cagnesco. Ma continuano a tacere.
Alla terza volta si rassegnano ad ascoltarmi e a malavoglia aprono le labbra per mugolare "da" o "niet". Niente di più eh? Che vi aspettavate, indicazioni forse? ;)
E' comunque sufficiente per trovare finalmente la bocca della metro. Vi dirò, il tragitto sottoterra è stato la parte più semplice del viaggio. Tutto sommato è vero che le metro funzionano più o meno allo stesso modo ovunque. Certo ho strabenedetto le cinque lezioni di russo, perchè un minimo di familiarità con l'alfabeto cirillico mi ha salvata. Naturalmente ci sono state altre piacevoli interazioni con gli autoctoni come la conversazione tra me e una signora sulle scale mobili:
"это метро три?" (questa - metro - tre - puntodidomanda)
Forse la concordanza di genere non è corretta, non ne ho idea, ma mi sembra una frase abbastanza comprensibile. Eppure la logorroica signora ci ha messo un po' prima di sospirare scocciata "da".

Quando sono sbucata a Mayakovskaya ero in ritardo e sudata come se fossi appena uscita da una sauna (vi ricordo che la metro moscovita non è riscaldata ma a causa della profondità e dell'affollamento è caldissima - e voi siete imbacuccati come Amundsen). Ero però trionfante come se avessi corso i mille metri in due minuti.
Ecco però che l'entusiasmo si spegne appena metto il naso all'aria aperta. Mi trovo in un enorme incrocio di varie strade a sei corsie, tre per direzione. E naturalmente il parrucchiere Amidi non si trova esattamente sopra l'imboccatura della metro. Mi avvicino a un venditore di gratta e vinci cirillici che sembra sudamericano: magari questo parla russo come me e possiamo comunicare in inglese o spagnolo? Con un sorriso settantacinque denti lo approccio ma no, parla solo russo. Vabbè. Nel modo più amichevole possibile gli chiedo il mio solito "Gde улица (via) B..."
E m'impappino sulla prima sillaba della strada. Accidenti com'è lungo questo nome. Ci riprovo ma niente. Allora mostro al tipo la cartina 1:100.00, dove a malapena si vede la stazione della metro e maledico la receptionista che non ha stampato indicazioni più dettagliate. Il venditore ambulante è disponibile ma scuote la testa sconsolato: non capisce.

Io sono ancora più sconsolata di lui. Per un attimo penso di gettare la spugna e tornare indietro, poi mi appare la visione dell'alternativa


Cugino itt non è contemplato alla cena di gala.
Scartabello tra i fogli e trovo l'indirizzo della parrucchiera scritto a mano dalla receptionist. Io non lo so pronunciare ma forse il venditore ambulante lo sa leggere. Glielo mostro e dopo averci pensato un po' mi indica una stradina dall'altra parte della tangenziale. Dice anche un centinaio di altre parole che non capisco, ma continua ad indicare la viuzza e a pronunciare convinto il nome della via (che non riuscirò mai a ripetere). Con una valanga di "spasiba" me ne vado e mi dirigo da quella parte. Dopo il trambusto dell'incrocio tra tangenziali quella stradina solitaria mi sembra un'oasi di pace. Forse un po' troppo solitaria e silenziosa a dire il vero. Cammino guardando i numeri civici senza incontrare qualcuno a cui chiedere informazioni (come farlo non saprei in effetti ;)). 1, 2, 3, 4, 4/A, 4/B, 5, 5/A, eccolo! Il mio!
E' un parrucchiere! C'ho beccato!
Confronto il nome cirillico sulla vetrina con quello latino nei miei appunti e mi sembra che sia lo stesso.
Entro sicura come Caterina II all'Hermitage. Certo, c'è un piccolo problema: come spiegare che l'hotel mi ha prenotato una messimpiega per le 16.00? Per non parlare di come spiegare il tipo di piega che vorrei.
Un problema alla volta. Sono arrivata fin lì: ormai è fatta.
Sempre col sorriso settantacinque denti inizio con determinazione:
"Reservazia Hotel Metropol, 4 hur... time... ehm..." (indico l'orologio e ripeto "quattro" in russo)
La segretaria mi guarda spalancando gli occhi come se avesse davanti un alieno. Rimane basita e biascica un internazionale "an momént". Arriva la collega che parla inglese e mi spiega gentilmente che non hanno nessuna prenotazione per le quattro dall'Hotel Metropol. Ah davvero? Ah... E' come una doccia fredda sui capelli (che si arricciano all'istante)
"Può ricontrollare per favore?" imploro con un filo di voce. Devo davvero farle pena perchè scorre di nuovo l'agenda e poi mi sorride: "Abbiamo un altro negozio dall'altra parte di Mosca. Forse avete prenotato in quello?"
Mi prende un colpo, poi però tiro fuori il bigliettino ormai consumato con l'indirizzo scritto a mano dalla receptionist "No, no - insisto - Guardi, l'indirizzo è proprio questo!"
Lei legge e sorridendo mi dà una dolorosa mazzata "Ahhhhh, Amidi in via vattelapesca! Ma non siamo noi, Madam"
"Ah, non siete voi... "
Queste sono state le mie ultime parole. Poi un silenzio di tomba. Ma che jella malefica bisogna avere per trovare proprio un parrucchiere a un indirizzo identico a quello che cerchi?
La parrucchiera, davvero molto carina, mi riporta sulla terra con un sorriso.
"Guardi, il suo parrucchiere è qui vicino"
Mi viene la nausea: non ne posso più del più vicino russo. Però ascolto le sue indicazioni: "Dritto, a destra, poi a sinistra. Non può sbagliare" Certo, questa l'ho già sentita.
Uscita dal salone con una marea di "isvinize" mi fermo a pensare come Ercole al bivio. Giro a destra per riprendere la metro oppure m'inoltro a sinistra verso la chimerica parrucchiera?
La testardaggine ha la meglio: se torno in hotel tutta l'odissea sarà stata vana. Andiamo a sinistra!

Non la tirerò per le lunghe: dietro l'angolo c'era davvero la mia Amidi :) E una segretaria parlava anche inglese. E mi hanno fatto un ulteriore sconto rispetto al prezzo ribassato già indicato all'hotel.
Mi sento in paradiso. Inizio a elargire sorrisi a tutti e quando mi siedo al lavatesta poco manca che mi addormenti facendo le fusa. E' un piacevolissimo momento di relax e soddisfazione personale.
Nemmeno quando la segretaria mi chiede come voglio la piega mi scuoto più di tanto: "Normal" rispondo. Tradotto: 'Basta che non mi facciate la cotonatura delle badanti; va bene un'asciugatura standard e non mi disturbare mentre mi massaggia la testa - purrrrrr'.
La segretaria torna con una rivista e mi indica la modella in copertina "Zhis is normal for you?"
Do un'occhiata e vedo una sirena tipo questa.

Urca se mi va bene!
"Ja! - rispondo convinta - se riesci a farmi assomigliare a lei anche nel resto vengo qui ogni settimana!"
Ridacchio da sola alla pessima battuta, chiudo gli occhi e mi immergo beata nel massaggio alla cute.
Il mio parrucchiere non parla una parola d'inglese e usa tecniche strane. Ad esempio, non mi ha mai pettinato: nè prima del lavaggio, nè durante, nè dopo. Ma onestamente ho smesso di preoccuparmi un quarto d'ora prima, quando mi sono seduta al lavatesta. Io e lui ci guardiamo sorridendoci a vicenda. Io beata per il piacere di avercela fatta. Lui per gentilezza e forse per la sorpresa di avere tra le mani un cliente straniero. Sembriamo due innamorati, benchè lui sia palesemente gay e io palesemente ebete.
Quando mi siedo allo specchio per l'asciugatura torna la segretaria che mastica l'inglese e mi chiede se voglio un tè. Incerta, le chiedo di ripetere: sì, mi stanno offrendo proprio un tè caldo, con tanto di torroncino al cioccolato! Io amo i parrucchieri russi :)
Mentre mi godo estasiata il tè, iniziamo una conversazione assurda in una lingua franca inventata lì per lì. Come adoro questi momenti: quando non ci sono lingue ingabbiate, grammatiche, traduzioni forzate, ma solo comunicazione pura, un miscuglio di parole prese da vari idiomi e di pensieri liberi - o quasi ;)
Io non parlo una cippa di russo, voi parlate abbastanza da culo inglese, un altro impiegato s'inserisce e tenta due parole di spagnolo - che all'estero è considerato universalmente il fratello gemello dell'italiano - quell'altra vecchietta al lavatesta prova a riesumare le conoscenze scolastiche del francese. Un casino che non vi dico, ma mi sento molto accolta.
Alla fine il risultato non è proprio quello della rivista, ma sono più che soddisfatta... Anche perchè in ogni caso, appena uscita, devo infilarmi subito il colbacco per non congelare ^^'

Il resto della giornata procede più o meno come previsto. Riassunta, la cena è la solita trafila di saluti, presentazioni, salamelecchi, discorsi di rito e p.r. del caso.
Le uniche sorprese sono:
1) A metà cena arriva, non previsto, anche Mortadellone. E' come incontrare di persona qualcuno di familiare di cui conosci tutti i tratti più caricaturali: confermo che anche dal vivo tiene le mani giunte con le dita che tamburellano fra loro :) Tutti continuano a chiamarlo "presidente", nessuno sa perchè.
2) Sono sopravvissuta alle scarpe. Miracolosamente. Anche se hanno iniziato a farmi male già nel tragitto camera-hall dell'albergo (non ridete: stiamo parlando di quasi un chilometro tanto era grande l'hotel! ;)). Ammetto che a un certo punto della serata ho iniziato a togliermi le scarpe ogni volta che scendevo in cucina, camminando scalza tra i fornelli per poi infilare i tacchi poco prima di rientrare nella sala della cena, in un gioco di metti-togli che faceva sghignazzare i camerieri moscoviti dietro le quinte.

Immagino di non aver soddisfatto completamente la vostra curiosità, eh? Ok, ok, eccovi qualche foto (ovviamente ho dovuto eliminare tutte quelle con persone, ovvero il 99,9% ;)




Solo a fine cena mi sono accorta che non avevo immortalato l'opera del parrucchiere moscovita! Ecco allora che mi sono autoscattata una foto (spero apprezziate il pensiero: l'ho fatto solo per voi! C'è qualcosa di più imbarazzante di mettersi davanti allo specchio con una macchina fotografica? O_o) Dopo vari passaggi sotto al colbacco, una doccia e una serata di lavoro non rimaneva molto della piega, ma l'idea era questa.


Come? Volete anche le foto del mio look? Ma siete incontentabili! ;) Per fortuna (vostra, non mia O_o) il Capo ha insistito per immortalare anche tutti noi, quindi sono dovuta passare anche dall'altra parte dell'obiettivo. Ecco le due versioni che avevate visto prima della partenza: con e senza coprispalle :)


Sì, l'abito è ancora stropicciato come prima della partenza. Non l'ho fatto stirare nè l'ho appeso in bagno mentre facevo la doccia ^^' Avevate dei dubbi?


Fine quarto giorno



Se avessi tempo...

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Se dico "latitanza" vi viene in mente qualcuno?
Non che non abbia niente da dire, di cose da raccontare ce ne sono parecchie.



Di come il lavoro in questo periodo abbia raggiunto l'apice del ritmo. E di come non sia sia affatto male :) L'ufficio si è improvvisamente affollato, il personale è quadruplicato in vista del grande evento ed è un piacere ritrovare i visi noti delle colleghe stagionali, aggiornarsi sulle reciproche vite. Gente in ogni angolo, che si siede alla prima scrivania libera, che ruba la sedia o il telefono alle altre, che risponde al primo cellulare che suona, anche se non è suo, perchè molto probabilmente la legittima proprietaria non ha tempo di farlo. Il Capo ha ripreso a esclamare ogni tanto "Dai che ce la facciamo!" e in bagno è comparso il solito blocchetto di post it, perchè si sa che le idee arrivano sempre nel momento meno opportuno ma non bisogna perderle ;)
E' quasi piacevole anche l'orario allungato: si entra prima e si esce molto più tardi, riunioni ad oltranza, serate alla scrivania, email urgenti mandate anche durante il fine settimana. Ma la frenesia, l'atmosfera di collaborazione volta a un obiettivo comune, l'attesa febbrile di vivere finalmente questo evento su cui lavoriamo da mesi sono innegabili. E poi quest'anno uno sponsor ci doterà di giacche fucsia. Avete capito bene: fucsia. Come non essere entusiaste? ;)

Di una proposta di collaborazione che avevo ricevuto la settimana scorsa. Molto interessante, lusinghiera, stimolante... che però io e Capo abbiamo deciso di lasciar cadere. Un po' perchè avrebbe comportato un carico di lavoro non indifferente in un periodo dell'anno che per noi è dedicato al riposo, un po' perchè mi avrebbe trasformato di nuovo in una pendolare per sei mesi, un po' perchè non mi avrebbe lasciato abbastanza spazio per continuare a seguire gli eventi che organizziamo in ufficio. A meno di non lavorare giorno e notte, oppure i weekend. E allora no, grazie, preferisco tenermi la mia vita privata e rinunciare a qualche ghiotta riga in più sul curriculum.

Di come da tempo non veda più le poiane, di come l'amicizia a volte sia strana. Di come sia difficile stare vicino a una persona che sta vivendo un momentaccio e cercare di darle consigli più utili di un "lascialo!". Perchè certi cambiamenti si scelgono solo quando si è pronti e se si tentenna significa che non si è ancora giunti al limite, alla saturazione, che non è arrivato il momento giusto. E nonostante questa consapevolezza vorresti che la tua amica fosse pronta adesso, perchè tu la vedi da fuori e sai che è abbastanza forte per superare qualsiasi cosa.

Di come Stakanov sia cambiata nei mie confronti (ecco, adesso l'ho detto: so già che lunedì mi sbranerà viva). Eppure è innegabile che sia più rispettosa, non proprio mite, ma sicuramente non arrogante, anche nei giorni in cui è in scazzo col mondo. Sembra quasi che, superato un anno di "tirocinio", si sia decisa a considerarmi una dei suoi, privilegio non concesso alle altre dell'ufficio che continuano a venir trattate con la solita aggressività. Pur dispiacendomi molto per le altre, devo confessare che questo cambiamento per me è una bella boccata d'aria vittoria!

Di come, a spizzichi e bocconi, stia cercando di organizzare una gitarella per il primo maggio (udite, udite, ho ottenuto due giorni di recupero per fare il ponte!!). Di come si dovesse andare a Praga, poi si era deciso Berlino, ma cavoli, i voli hanno dei prezzi altissimi!

Della Pasqua, che anche quest'anno è stata accompagnata...


 


Da un uovo di cioccolato più grande di me (e di questo ho evitato le foto ^^').
Niente di nuovo rispetto all'anno scorso. Anzi, forse qualcosa sì: quest'anno ho avuto la sensazione di quanto sia effimero questo momento sereno in famiglia, di come basti un niente a far sì che uno di noi non ci sia più, che si perda la serenità, che insorgano problemi seri, di mille generi che c'è solo l'imbarazzo della scelta, e turbino questo precario equilibrio. Tutte consapevolezze che l'esperienza mi dovrebbe aver già insegnato, ma c'è qualcosa a cui è più facile assuefarsi che la serenità?



Di questo e tanto altro vorrei parlarvi, ma non riesco più a rubacchiare ritagli di tempo in ufficio e quando arrivo a casa l'ultima cosa che desidero è sedermi al computer! Mi spiace non essere presente qui e ancor più nei vostri blog, ma spero di ritrovarvi quando questo tour de force sarà finito.

Sicilia a maggio: la Sicilia come non l'avete mai vista

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Speravate Temevate Credevate che sarei tornata con un post sul grande evento di aprile eh? Un elenco delle fatiche, jatture, stress vari della prima prova della nuova stagione. E invece stavolta ve le ho risparmiate :)
Tutto sommato potete andare a leggere com'è andata l'anno scorso, come sono sopravvissuta all'evento di giugno o alle fiere ... (ev. link) e avrete un'idea abbastanza esatta di quello che è successo. Solo che stavolta è stato ancora più stressante e faticoso, nonostante le mie speranze e ingenue illusioni che, con più esperienza, sarebbe stato più facile. Tsè, col cavolo! Quest'anno abbiamo avuto Collega Bella con attacco di vomito nervoso e crisi di pianto, la stagista che si occupava dei clienti russi che ha rischiato di accopparne qualcuno (con il mio aiuto ^^') e addirittura Stakanov che è scoppiata in lacrime la prima sera. Bel filotto, non c'è che dire!

Come se non bastasse, finita quella faticaccia siamo passati direttamente nel successivo tormentone, dato che a giugno avremo ben TRE eventi, di cui due contemporanei (evitiamo i commenti, per favore, so già che l’aggettivo più soft da rifilare al Capo è masochista). Ecco perché, subito dopo l’evento, ho deciso di ritagliarmi due giorni di vacanza e trascorrere al mare il ponte del primo maggio. Volevo una meta rilassante, non affollata, dove poter ricaricare le batterie dormicchiando al sole, ma allo stesso tempo non troppo lontana, visto che avevamo solo 4 giorni di tempo. La risposta? Sicilia naturalmente!


Spiagge quasi deserte, selvagge (e non ancora pulite dopo l’inverno, a dire la verità) che fanno sognare mete tropicali e assaporare già l’estate...


... Almeno per un paio d’ore. Sì perché il tempo era bellissimo al mattino, mentro io e Mr Owl ronfavamo beatamente nel nostro B&B, e si guastava all’ora di pranzo, giusto quando avevamo finito di spalmarci di crema 50+ ed eravamo pronti per continuare il sonno interrotto sulla sabbia bianca O_o
A dirla tutta, prima che il tempo peggiorasse irrimediabilmente, facevamo in tempo a concederci anche un pranzetto, qualcosa di frugale, leggero, il perfetto spuntino da spiaggia: sfincione e pane cunzatu (anche noi, per caso, l'abbiamo comprato proprio nel forno suggerito da TripAdvisor: consigliatissimo!
Se capitate nella zona nord occidentale della Sicilia non potete perdervi queste specialità goduriosissime!!


Quando i nuvoloni arrivavano a coprire ogni spiraglio di sole, provavamo a resistere stoici: mentre i pochi italiani nei dintorni se ne andavano noi rimanevamo stesi a occhi chiusi, ripetendoci a vicenda che era una perturbazione passeggera. Poi, quando anche i turisti olandesi e polacchi intorno a noi raccoglievano teli e ombrelloni, ci rassegnavamo a dire addio al sogno di collassare sulla sabbia bianchissima senza pensare a nulla, magari rischiando di diventare un filino abbronzati ;)
Ammetto di averne tirate abbastanza quando la pioggia ci ha fatto scappare di corsa dalla bellissima baia Santa Margherita, costringendoci a chiuderci in macchina appena prima che iniziasse a grandinare.



Dico io, pioggia e grandine in Sicilia? Ma non era l'isola arsa dal sole, quasi una propaggine africana?
Pare di no, non solo. I capricci meteorologici ci hanno permesso di scoprire una Sicilia inaspettata, fatta di colline verdissime e fertili, miriadi di fiori colorati, panorami che ricordano ben altre latitudini.
E mi hanno portato ad assecondare Mr Owl nel suo desiderio di fare qualche escursione, invece di impigrirsi al sole, come qualcun'altro avrebbe fatto volentieri ^^'
Il primo pomeriggio uggioso siamo andati ad Erice, con le sue chiese ad ogni angolo e il castello a strapiombo sulla vallata.



Anche se mi sembrano esagerati i toni di chi la inserisce tra le top 5 delle mete imperdibili in Sicilia, vale sicuramente la pena di passeggiare per i suoi vicoli per scoprire cortili interni o case quasi nascoste con ricchissimi decori


Girovagare senza meta e scoprire splendidi panorami (che con la mini macchina fotografica compatta da viaggio è impossibile ritrarre: usate la fantasia! ;))


Oppure perdersi tra strade in cui la storia non sembra essere mai arrivata. Perdersi è la parola giusta, soprattutto se avrete la brillante idea di rimanere dopo il tramonto: sappiate che a Erice sono illuminate solo le vie principali,; nelle altre regna un buio assoluto, direi quasi medievale e naturalmente, per rendere il gioco ancora più avvincente, non ci saranno cartelli o abitanti a cui chiedere indicazioni!

Il venerdì, checcavolo-è-venuto-in-mente-a-Mr-Owl-di-andarci-l'unico-giorno-di-sole-, siamo partiti in direzione Mothia, che può sembrare a un tiro di schioppo da Palermo, ma non lasciatevi trarre in inganno: le strade delle Sicilia riservano molte sorprese! Ad esempio possono portarvi a guidare per ore sotto il sole cocente cercando di raccapezzarvi nei cartelli stradali che, per tradizione sicula, o mancano o sono messi in modo ambiguo, probabilmente per stimolare lo spirito critico dei viaggiatori, o per testare la stabilità di coppia ("Dice di andare a destra" "No, a sinistra" "Sei orbo" " Non hai senso dell'orientamento" "Di qua!" "No di là!!" saranno la colonna sonora del viaggio)
L'arrivo alle saline di Marsala è pittoresco: la riva coi mulini a vento è un paesaggio da cartolina
 



Però... beh... Mothia o Mozia che dir si voglia non mi è sembrata imperdibile. Gli scavi archeologici, a meno che tu non sia un esperto, si riducono a grandi crateri nel terreno e anche i reperti nel museo, i "due sassi fenici" come ripetevo a Mr Owl per farlo arrabbiare, non mi sono sembrati di valore inestimabile. Le schede illustrative (soprattutto quelle sui sacrifici umani!) erano molto interessanti, questo è vero, ma avremmo potuto leggerle anche in un libro. L'isola in sè però è un paradiso terrestre: villa Withaker s'inserisce meravigliosamente nel parco, un giardino spettacolare in cui trascorreresti volentieri tutta estate!


Quando tornate a riva col battello vi consiglio di fermarvi al bar del molo che ha una deliziosa distesa al sole, proprio davanti ai vecchi mulini a vento.


Potete dormicchiare sulle comode sedie di legno, prendere il sole, o farvi un aperitivo molto cool, come il nostro ;)


Dal momento che il nostro weekend lungo è stato decisamente un last minute (l'ho organizzato in mezz'ora, nei ritagli di tempo del lavoro) non lascio consigli pratici: onestamente, se dovessi tornare nella costa nord-occidentale della Sicilia (e spero accada presto!) organizzerei tutto in modo diverso. Ad esempio privilegerei la costa di San Vito lo Capo e lascerei perdere quella di Castellammare; a quel punto si potrebbero prendere in considerazione anche i voli su Trapani, non solo quelli su Palermo. Sceglierei un B&B a San Vito lo Capo (c'è solo l'imbarazzo della scelta) per non perdere troppo tempo in auto e sfruttare al meglio i giorni disponibili. Tanto nei dintorni ci sono spiagge bellissime e anche la riserva dello Zingaro, che stavolta abbiamo saltato, è a due passi.

Un suggerimento però ve lo lascio: un piccolissimo locale di Castellammare del golfo dove ci siamo trovati molto bene: il Ristorantino del Monsù. Abbiamo apprezzato che la cameriera venisse con il pesce del giorno in mostra su un vassoio perchè potessimo scegliere quello che preferivamo. Gli spaghetti al nero di seppia, su cui Mr Owl è sempre molto critico essendo stato abituato "troppo bene" da una tata siciliana che li cucinava in modo divino, pare fossero "ottimi"


Da parte mia, vi assicuro che le cassattelle, questi tortellini ripieni di ricotta e gocce di cioccolato, erano divini. Ho leccato il piatto, compreso il miele caldo di guarnizione ^^'


Per finire, dopo cena abbiamo chiacchierato per un'oretta con una simpatica coppia belga seduta al tavolo di fianco al nostro: un modo splendido per concludere l'ultima serata sull'isola!
Il giorno dopo siamo tornati a casa con un sacchetto di limoni come bagaglio a mano, un souvenir di cui vi parlerò presto!

E ora per dimenticare questa giornata fredda e piovosa che fa sembrare l'estate lontanissima e ci ha costretto ad accendere le luci già di prima mattina, vi lascio con un paio di fotografie dello spettacolare mare siciliano :)



Cartolina dal rinascimento

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Immaginatevi una poveretta, in compagnia di colleghe poverette, che deve raccogliere un branco di ospiti poveretti (ma inconsapevoli di esserlo) tutti costretti in elaborati costumi rinascimentali.
Immaginate di doverli ficcare in un pullman, cercando di fare spazio alle gonne enormi, mentre quelli ridono come matti e si divertono più che a una gita scolastica, si prendono in giro per i rispettivi travestimenti - e tu invece maledici il bustino che ti spezza il respiro, o quelle fastidiosissime perle che ti sballonzolano sulla fronte. Per non parlare della figura di tolla nel camminare in fila indiana verso un castello mentre la gente normale intorno si stropiccia gli occhi o pulisce gli occhiali, per essere sicura di aver visto bene. Meno male che non hanno chiamato anche la neuro ;)
E quando finalmente arrivi, dopo essere inciampata un paio di volte nel sottogonna mentre sdalivi le scale, ti becchi anche il cazziatone del padrone di casa, che non sa evidentemente di essere entrato da un pezzo nel XXI secolo, perchè la tua borsa non è affatto indicata al costume.
Ovvero, cosa non si fa per lavorare oggigiorno...

Da ieri siamo a Firenze, l'evento è come al solito stressantissimo e molto impegnativo ma vedere la cupola del Duomo di fianco a te mentre lavori, oppure fare le solite, interminabili telefonate lungo l'Arno durante un tramonto mozzafiato (invece che chiusa in un ufficio) beh, fa quasi sembrare il lavoro meno faticoso :)


ARRANCANDO, ARRANCANDO… GIVEAWAY

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Sono di nuovo sparita per un po’, assente giustificata spero :)
Dopo l’evento di inizio giugno, quello dei travestimenti rinascimentali tanto per intenderci O_o, non c’è stato tempo per riposarsi, nemmeno un weekend: ci siamo subito buttati nell’organizzazione dei due eventi contemporanei che inizieranno lunedì.
Mamma Pettirosso ormai ha rinunciato a tenere il conto delle trasferte mie e di Mr Owl (l’avevo già detto che a giugno ci siamo visti praticamente solo 4 giorni – e neanche tutti di seguito?) Quando mi vede comparire sulla soglia di casa sua esclama con un sorriso 85 denti “Toh, la ragazza con la valigia!” E’ così che mi chiama da un anno a questa parte: pare che il piccolo trolley rosso sia diventato parte di me, quasi una propaggine del mio corpo.

Era tutto previsto: che arrivassimo sfiniti a fine mese, con facce così sbattute che sembrano montate a neve, che a MoglieDelCapo si chiudesse lo stomaco dall’ansia (ma non che perdesse ben 9 chili!), che iniziassero ad apparire piccole crepe nel nostro lavoro, sviste dovute al carico eccessivo di cose a cui pensare, di punti critici da gestire contemporaneamente.

Certo non avevamo messo in conto il terremoto, che ieri ha aggiunto un po’ di stress (come se non ce ne fosse già abbastanza ;)) alla nostra ultima riunione prima della partenza, con CollegaBella che è scoppiata in lacrime, terrorizzata, CollegaNuova che si è vaporizzata dopo il primo nanosecondo di scossa ed è stata ritrovata alla fine di tutto abbracciata a una colonna portante e Stakanov, che per il terremoto dell’anno scorso era stata sfollata un paio di settimane, che si è fumata una sigaretta in due intense boccate, sulla soglia dell’ufficio col telefono in mano.

Non ci saremmo nemmeno immaginati che Capo ci facesse un regalo! E invece ieri durante la pausa caffè ha regalato a ognuno di noi un orologio, comprato da uno degli sponsor dei nostri eventi, con incise le nostre iniziali nel retro della cassa :) Tutto d’un tratto abbiamo capito cosa fosse quel pacco prezioso che aspettava da qualche giorno, per cui chiedeva a tutti noi se il corriere fosse già arrivato. E noi ci siamo tutti un po’ commossi mentre li distribuiva uno ad uno, chiamandoci man mano che leggeva le iniziali: è stata come una consegna dei diplomi a fine anno, una promozione per il nostro ottimo lavoro.

Infine, non avevo certo previsto che non avrei atteso con impazienza la fine del mese. Non sto facendo il conto alla rovescia per l’arrivo del 1 luglio, il giorno della “liberazione”. Anzi, a dirla tutta – ma non spifferatelo a nessuno, eh? – so che mi dispiacerà da morire quando torneremo nell’ufficio solitario, solo io, Stakanov, Capo, Moglie, Collega Nuova e di tanto in tanto Collega Straniera. So che mi mancherà terribilmente il chiasso proveniente dalla sala in fondo all’ufficio, solitamente adibita a magazzino e angolo caffè, ma per l’occasione trasformata in ufficio e sala mensa. Quando CollegaBella e CollegaCarina se ne andranno insieme alle stagiste e calerà il sipario sull’ultimo atto delle nostre peripezie lavorative, ci sarà solo una grande stanza vuota da ordinare e pulire, chiacchiere da archiviare, complicità da congelare fino all’anno prossimo. Perché anche se parlo più spesso del mio lato solitario e timido, la verità è che Robin è assolutamente un animale sociale. Adora stare in mezzo alla gente, il casino, avere invitati a cena. Come queste due nature convivano, non saprei dirlo, ma è proprio così. E in questo momento mi sento esattamente come quando ero piccola e, a Capodanno o a Natale, mi sedevo sulla soglia per non fare uscire gli ospiti (che fossero le undici di sera o le tre del mattino non faceva differenza) piagnucolando “Andate già via?” La differenza è che adesso piagnucolo solo qui, sul blog ;) nella realtà ho già invitato tutti, ma proprio tutti, qui in campagna per una cena a inizio luglio ^^’

“Ok, ok, ma dov’è il Giveaway del titolo?” vi chiederete voi. Eccolo qui :)
Questa primavera non sono stata una brava blogger: ho pubblicato poco, sono venuta poco a farvi visita e ancora più raramente ho commentato, non ho nemmeno festeggiato i due anni dell’apertura del blog! Eppure voi siete sempre lì, pian piano crescete e continuate a fare un salto nel Nido anche quando è deserto, lo vedo dalle statistiche ;) Quindi ho deciso di premiarvi, per la perseveranza e per l’affetto con cui mi seguite nonostante tutto :)
Non c’è bisogno di fare niente stavolta, niente foto, niente post a tema… Avete già fatto abbastanza ;)
Il 22 luglio (giorno più, giorno meno, ormai mi conoscete, no? ;)) sceglierò una vincitrice tra le follower che avranno lasciato un commento a questo post.
Nel frattempo un GRAZIE a tutte voi che passate di qui!!

Shhhhh, acqua (termale) in bocca!

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Quest'ultimo evento era iniziato proprio per il verso giusto, con me e CollegaCarina * che partivamo su una Jaguar F type nuova fiammante, indiscutibilmente tamarra con quel colore bianco lacca e gli scarichi sportivi rumorosi ma, diciamocelo, ci ha dato anche qualche soddisfazione. Ad esempio essere abbordate da ogni casellante d'autostrada o benzinaio (che volete farci, i complimenti fanno sempre piacere ;)) oppure scappottarsi alla vista delle montagne e proseguire coi capelli al vento, gli occhiali da sole, ridendo come due oche quindicenni.
Non che la fase vamp sia durata molto: ovviamente dopo pochi chilometri è iniziato a piovere e i nostri inutili tentativi di chiudere la capote sono serviti solo ad ad alzare l'alettone, diventando, se possibile, ancora più maranze ^^' Nel frattempo i capelli fluenti diventavano due ananassi gretti e noi, continuando a ridere come oche, arrivavamo a Bormio con un look perfetto per la cena di gala :)

* che non si chiama Collega Bella semplicemente perchè il soprannome era già stato preso: Capo ha un certo occhio nello scegliere le sue collaboratrici ;))


E non in un qualsiasi angolo di Bormio, badate bene, ma alle terme. Dico io, si può essere più masochisti di così? Organizzare un evento alle TERME? Lavorare giorno e notte in mezzo a gente in accappatoio, con l'occhio zen a mezz'asta, le musiche rilassanti, gli incensi e le luci soffuse? In un'oasi del relax dove la bevanda più carica è il "perle di drago e giada", un tè verde adatto alla meditazione? Ve lo dico io, questa è tortura moderna!

Mentre i goderecci delle terme si gustavano le perle di drago e la sauna finlandese, l'evento partiva coi soliti deliri. Stavolta ci hanno salvato dalla noia i seguenti inconvenienti:
- la neve sui passi alpini (il 29 di giugno, ci rendiamo conto?)
- le guardie svizzere alla frontiera che hanno fermato un furgone dello staff e preso le impronte a tutti perchè, udite udite, volevano portare in territorio elvetico ben 2 roll up pubblicitari.
- la tempesta tropicale che imperversa sulla Valdidentro proprio quando Capo e CollegaNuova (che ha il terrore di volare) devono arrivare con un aeroplanino da tre posti, quelli che sembrano giocattoli e ballano a soffiarci sopra.
- un matrimonio faraonico nello stesso ristorante dove, guarda a caso, avevamo uno dei nostri pranzi.
- il virus intestinale che ha messo a letto col cagotto un quarto dei partecipanti. A questo proposito, non per essere autocolebrativa, ma ecco, butto lì en passant che io alla cena valtellinese ho mangiato una ventina di frittelle di mele calde e niente di niente. Poi traete voi le conclusioni: se non si chiama fisico questo! ;D

Con queste premesse, so che mi scuserete e manterrete il segreto se vi confesso che... ehm... un giorno, dopo che l'evento era iniziato, mentre tutti i partecipanti erano altrove impegnati e io avevo controllato i punti critici di pomeriggio e sera... beh sì, lo ammetto, ho fatto una capatina alle terme!
Quatta quatta sono rientrata in camera, ho spento il telefono (oh, quale orrore!! Se lo sapesse Capo...) mi sono imbacuccata nell'accappatoio calandomi bene il cappuccio sul viso e mi sono nascosta in ascensore con l'aria furtiva del ladro di professione, scendendo al -1, il piano della goduria totale.
Ragazze, che paradiso! Non so se voi siate esperte di terme, io no di sicuro, anzi le ho sempre snobbate come un luogo per vecchi decrepiti, ma mi sono dovuta ricredere totalmente. Sarà che il relax termale era proprio quello di cui avevo bisogno dopo un periodo così pesante, mi sono goduta ogni minuto di quell'ora di libertà.

Mi è piaciuto anche il percorso Kneipp, l'avete mai provato? Detto tra noi, qualcuno dovrebbe parlare seriamente al signor Kneipp, perchè la sua trovata sarà anche un toccasana per le gambe però, ecco, si rischia seriamente l'infarto immergendosi nella prima parte del circuito, quella con acqua gelida per intenderci. Non a caso il pulsante "emergenza" si trova proprio alla fine del tratto freddo ;)
Imperdonabile però il cattivo gusto dell'architetto delle terme che ha aperto una finestra sul corridoio, in modo che tutti quelli che passano possano ammirare le corse di chi si sottopone al percorso e che, con grazia da otaria, cerca di raggiungere il più velocemente possibile il tratto di acqua calda, saltellando senza ritegno, in un tripudio di ciccia ballonzolante, sui sassi che sul fondo della vasca ti punzecchiano la pianta dei piedi. La chiamano stimolazione...

Conclusi i 5 giri canonici di Kneipp sono uscita all'aperto dove mi aspettavano grandi tinozze di acqua tiepida, posizionate sul lato della collina da cui si godeva una vista magnifica delle cime innevate, tutto intorno. Non sarei mai più uscita dalle tinozze, ma ero troppo curiosa di sperimentare i fanghi :)
Fase 1: immergersi in una vasca di acqua melmosa senza scivolare sui gradini (sono sicurissima che ci hanno lasciato il femore una buona percentuale di avventori)
Fase 2: spalmarsi ovunque il fango contenuto nelle tinozze ai bordi della vasca. Ora, potete scegliere di accoccolarvi a bordo vasca e prodecere con grazia come le modelle nella pubblicità dell'hotel. Oppure potete fare come me che, per fare prima, sono entrata direttamente coi piedi nella tinozza e mi sono impiastricciata con profusione: avevo poco tempo e molto bisogno del "peeling naturale" promesso dalla targhetta informativa ^^'
Fase 3: entrare nell'"essiccatoio", una capanna di legno abbondantemente riscaldata, stendersi sulle panche per dieci minuti e schiacciare un pisolino aspettando che il fango si asciughi. Al termine del tempo scandito da una grande clessidra dovreste essere secche e incartapecorite, a meno che, come me, non abbiate esagerato col fango. In questo caso, uscirete dall'essiccatoio in tutto simili all'uomo melma e sotto la doccia libererete una quantità di mota da far invidiaa un porcellino dopo una giornata intera di sgrufolamento selvaggio. Abbiate almeno la decenza di scegliere un momento in cui siete sole ;)

Terminati i fanghi senza nessun beneficio visibile (tranne il piacere dei 10 minuti di beato russare nell'essiccatoio) mi sono spostata nel percorso interno, altrettanto godurioso: una vasta scelta di idromassaggi con ampie finestre sulla vallata, una sala con cascate che ti scaricano quintali di acqua sulle spalle (dovrebbe essere un massaggio, ma per me era un pelino troppo energico), docce di temperature diverse, bagni turchi e saune dove, per la cronaca, ho fatto conoscenza con un ciclista belga anche lui a Bormio per un evento. E diciamocelo, essere ancora in grado di raccattare un gancio quando sei in costume è un successo non trascurabile per l'autostima... indipendentemente dal fatto che il suddetto sportivo fosse un gran brutto uomo ;)

Per finire, mi sono concessa gli ultimi 10' nella sala relax, spaparanzata su enormi cuscini appoggiati per terra, di quelli simili a barbapapà, che prendono la forma del tuo corpo quando ti sdrai. Accidenti come sono comodi: ne comprerei un paio anche per casa! Avvolta in una coperta di lana, sorseggiando una tisana rilassante, pregavo l'orologio di fermarsi perchè sarei rimasta lì per sempre.
Dulcis in fundo, negli spogliatoi ho trovato la serie completa di prodotti per il corpo, disponibili per l'utilizzo: bagnoschiuma, shampo, balsamo, crema per il corpo, per il viso e per i capelli.

E no, quando sono tornata in camera e ho acceso il telefono non avevo ricevuto chiamate, non c'erano stati problemi, emergenze, nè calamità naturali: tutto era tranquillo e il mondo aveva continuato a girare anche senza la mia supervisione. Dovrei assentarmi più spesso ;)

Non è mai troppo tardi

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Robin non è mai stata un'amante dei bagni di folla; anche da adolescente preferiva la compagnia di 8, 12, 16 amici, non i mega party che raccolgono tutti i teenagers nel raggio di 30 km, che siano amici, conoscenti, conoscenti di conoscenti o perfetti sconosciuti. Di feste faraoniche non ne ha mai organizzate, ha partecipato sì a qualcuna, più per far contenti gli amici o i fidanzati che per piacere personale, ma la sua preferenza è sempre andata per le situazioni più ristrette, dove sai chi hai intorno e riesci a chiacchierare come si deve - invece di dover faticare per intavolare un discorso di senso compiuto con l'estraneo mezzo ubriaco che ti capita di fianco.

Beh, c'è sempre tempo per recuperare.

Qualche giorno fa abbiamo organizzato una cena di lavoro per festeggiare la fine di tutti gli eventi. Quella che era partita come una serata tra colleghi selezionati è diventata pian piano una festa, aperta anche a collaboratori, stagisti, fotografi, fidanzati... Insomma, sono partita per il mare che dovevamo essere in 15 e sono tornata (la sera stessa della cena) con 35 persone da sistemare :) Sì perchè invece di un anonimo ristorante abbiamo preferito trovarci da uno di noi e quale location migliore della casa dei pettirossi, vuota, disabitata e in campagna? Dovevo iniziare a sospettare qualcosa quando Capo mi ha chiesto "Come sono i tuoi vicini? Creano problemi o sono dei tipi easy?" Ecco, quell'easy non l'avevo mica interpretato bene: pensavo fosse sufficiente la normale pazienza di un vicino che per tutto l'anno ha la fortuna di vivere di fianco a una casa disabitata e che non rognerà certo per qualche chiacchiera fino all'una di notte... Invece...
Il paesello inizia a insospettirsi nel tardo pomeriggio quando auto forestiere si perdono nelle carraie e i piloti, altrettanto forestieri, fermano le vecchiette con fazzoletto in testa e calzettoni al ginocchio (nonostante i 30°) per chiedere indicazioni stradali. Indicazioni che si rivelano totalmente inutili, perchè "E' la casa vicina a quella del nipote di Pierino" oppure "Gira all'altezza del vecchio mulino (ndt: quello che fu un mulino fino a inizio del secolo scorso) ma sì, dai, quello che era il supermercato (chiuso negli anni '90)" non dicono molto a chi è, appunto, forestiero.
Miracolosamente però arrivano tutti sani e salvi alla meta. Mentre la carovana di auto parcheggia come può nel quartiere, occupando ogni centimetro libero di asfalto, Robin è presa dalla solita sindrome della palla da flipper, sommersa da "Hai per caso un piatto da portata / un coltello per affettare il salame / un cucchiaio per l'insalata di riso / secchio e spugna per pulire le sedie / un cavatappi che apriamo il frizzantino / uno zampirone che ci sono già le zanzare / un portacenere" o dalla serie dei dov'è: "Dov'è il forno / il bagno / il telefono / il pattume / il freezer / il mastello col ghiaccio per mettere in fresco le birre / il tuo gatto che lo voglio finalmente conoscere" e via di questo passo. Solo chi non è abituato ad avere ospiti può pensare che "Non ti preoccupare, portiamo tutto noi" si traduca in riposo per il padrone di casa ;) Ma non è un gran problema, perchè sia io che Mr Owl adoriamo avere gente.

Gli inconvenienti iniziano quando Capo monta lo stereo da evento, quello con le casse più grandi di me, e prende in mano il microfono... Senza più staccarsene per tutta la cena O_o Naturalmente una platea di 35 persone non richiede amplificazione, ma capo adora stare sotto ai riflettori e non perde occasione per salire sul palco, anche se questo è solo una scalcinata sedia da giardino. Dopo aver tediato intrattenuto i commensali con interessantissime domande quali "Com'è questa insalata di farro?" o "Cos'hai da dire sul vino?", vista la scarsa risposta del pubblico, pensa bene di montare anche il monitor 45 pollici e di proiettare in loop i video dei 4 eventi della primavera. Un assaggio di quello che ci aspetta nelle fiere della prossima stagione... Urgh...

Credo sia stato quello il momento in cui i vicini hanno iniziato a rodersi leggermente il fegato. Ma l'esasperazione del quartiere è culminata quando Volontario1 (un ragazzo amico di Stakanov che ci aiuta per gli eventi) ha pensato bene di sfoderare un sacchetto, fino ad allora tenuto ben nascosto, che conteneva nientepopodimeno che i botti rimasti da Capodanno O_o
Ad essere sinceri l'avevo visto che si aggirava circospetto per il giardino con l'accendino, ma pensavo al massimo ad un'innocua cannetta, il minimo dell'innocenza rispetto alle performance a cui Volontario1 ci ha abituato negli eventi ;) E invece all'improvviso un rombo assordante ci zittisce e una cascata di scintille rosse piove a sorpresa su ogni casa e giardino del quartiere. Non abbiamo nemmeno il tempo di renderci conto di quanto è successo che un secondo fuoco d'artificio, partito storto, ci travolge: lampi verdi schizzano tra i bicchieri, rimbalzano sulle pareti della casa e s'infilano tra le nostre gambe sotto al tavolo, nell'ilarità generale del lato più etilico della tavolata. Dev'essere stato troppo anche per Volontario1 che a quel punto si sposta nel campo di grano dietro casa e omaggia il circondario con uno spettacolo pirotecnico che il sonnacchioso paesino non ha mai visto neanche a capodanno.
Purtroppo il pubblico non ha gradito: un vicino apre le imposte ruggendo tutto il suo malumore, un altro esce in giardino in pigiama sfoggiando un vasto repertorio di insulti e bestemmie (si verrà poi a sapere che era appena riuscito ad addormentare le nipoti gemelle ^^' poveretto).

A quel punto un paio di caritatevoli (e sobri) colleghi s'inoltra nei campi per recuperare Volontario1, mentre io ho il mio bel daffare per staccare dal microfono un Capo alticcio, intento ad aggiornare il quartiere sull'assenza contemporanea di CollegaStraniera e StakanovFratello, quei bricconi, come se fosse il gossip più spassono dell'estate.
Non so come ce la facciamo e pian piano, dopo il rituale di saluti e "Dobbiamo farne un'altra al più presto, ci siamo tanti divertiti!" (Come no! Magari a casa vostra perchè da domani io e Owl saremo esiliati dal quartiere) riesco a infilare tutti nelle rispettive auto.
Non vi dico quante bottiglie vuote abbiamo collezionato: le ho vuotate di nascosto perchè mi vergognavo a lasciarle fuori dal cancello, per il servizio di raccolta a domicilio!
Non vi dico cosa si è sentito dire dai vicini Papà Pettirosso quando, la mattina dopo, è arrivato per fare qualche lavoretto in giardino ^^'
Non vi dirò nemmeno che, sotto sotto, mi sono divertita anche io :)

P.S. Un fotografo ha appena mandato un'anteprima delle foto scattate quella sera. Visto che il file è enorme, aprendolo ho avuto modo di notare il dettaglio dei piedi delle ragazze del gruppo: indovinate chi era l'unica senza smalto, senza pedicure, senza tacchi e con sandali da bimbo? :S Che vergogna!

Visto che Silvia chiede una foto, vi metto quella dei piedi :D



Col piede sbagliato

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Ecco com'è partita la nuova collega che da una settimana si aggira per l'ufficio.
Anche per lei dovremo trovare un soprannome; per ora proporrei il primo che mi viene in mente, facciamo "El Tigre Jurásico", a caso, ovviamente ;)
Anche se è nuova, per una volta concedetemi di essere cattiva e di lasciarmi andare a qualche pregiudizio. D'altra parte con un inizio così si fatica a fare altrimenti!


Lunedì, primo giorno di lavoro. 
Neanche 3 ore da quando ha varcato la porta la prima volta.
TJ - Ah oggi sono proprio stanca!
Robin sospira - Eh, il lunedì è una giornata dura per tutti.
TJ continua - Ieri sono stata tutto il giorno a Milano per un photoshot.
R (che non sa bene cosa sia un photoshot, anzi, adesso le viene il dubbio che TJ possa aver usato anche un altro termine ^^') si limita a un "hmhm"
TJ - In realtà io non volevo neanche andare, ma hanno tanto insistito...
R continua a battere al computer "Se non le do corda dovrebbe smetterla, VERO?" - Lo so, lavorare di domenica è una scocciatura.
TJ - Appena arrivata ho visto questa modella diciannovenne, uno schianto! Sono rimasta a bocca aperta e sono riuscita solo a dire "Ma cosa ci faccio io qui con una come te?"
Segue una studiata pausa ad effetto. E l'effetto c'è: Robin si decide ad alzare gli occhi dalla tastiera. "Non è possibile: non mi vuole far credere di aver fatto la modella, vero?" E invece lo sguardo civettuolo di TJ sembra proprio indicare questa eventualità impossibile.
TJ - Sai, per quell'agenzia faccio la manista, però mi hanno detto: " Tigre Jurasico, abbiamo proprio bisogno di alcune foto intere di te, è indispensabile. Non puoi mancare questa domenica"
R, un po' confusa - La manista?
TJ - Sì, usano le mie mani per le pubblicità. Pensa che mi hanno fatto ben cinque trucchi per cinque vestiti diversi!
Se l'effetto era colpire c'è riuscita, solo in senso sbagliato - CINQUE trucchi! Oh povera!! Io avrei mollato tutto al secondo...
TJ non si lascia scoraggiare e mi chiama al suo computer: ha aperto la sua pagina Facebook e mi mostra, foto dopo foto, le sue mise della domenica. A-I-U-T-O. Per fortuna il telefono mi salva da questa tortura moderna.

Giovedì, quarto giorno di lavoro.
CollegaNuova (che oramai nuova nuova non lo è più... ;)) si lamenta che da quando lavora non fa più movimento e parla dei miracolosi effetti della zumba su un'amica.
TJ si mette ad ancheggiare e cinguetta - Potremmo organizzare un corso di zumba qui in magazzino, o anche di balli latinoamericani: io sono un'istruttrice!
Toh guarda, chi l'avrebbe mai immaginato? Segue illustrazione teorica e pratica delle sue doti, durante la quale ci racconta di come trascorra a Cuba parte dell'anno. Ecco spiegato anche perchè il suo corpo è abbondantemente tatuato di scritte spagnole.

Ieri, sesto giorno di lavoro. 
Pausa caffè.
Robin annuncia esultante - Da oggi inizio la dieta! Per davvero!
Tutti ridacchiano (chissà perchè?) 
TJ - Ma la dieta per ingrassare o per dimagrire?
R - Beh, guardami un po', direi che non c'è bisogno di specificare...
TJ - No sai, perchè anch'io ho iniziato la dieta, ma per ingrassare.
E attacca una lunga spiegazione del perchè e percome lei, a differenza della maggioranza delle persone, in vacanza perda terribilmente peso, quindi debba mettersi a dieta ingrassante gli ultimi giorni di lavoro. Epperforza, accidenti, ognuno ha i suoi problemi.
Insomma, per farla breve, ieri ho inaugurato la dieta con una focaccina ripiena di gelato grande come la mia faccia. Non avevo alternative ;)


VINCITORE GIVEAWAY
Eccoci al 23 e puntuale come un orologio svizzero, eccomi a proclamare il vincitore del Giveaway!
Ho usato Random.org per estrarre il numero ma... beh, non riesco a incollare qui sotto l'immagine... Credo abbia a che fare con questo dannato portatile nuovo che mi hanno dato al lavoro e che già odio cordialmente. Comunque sia, dicevo... Spero vi fidiate senza bisogno dell'immagine ;)
Il numero sorteggiato è...
... 52
Visto che il commenti erano poco più di 30, ho pensato di premiare il 5 e il 2, ovvero:
Silvia e
RosaSpina86

Congratulazioni! :)))
Aspetto il vostro indirizzo per mandarvi un piccolo premio che ho portato direttamente da Bormio :)




La trasferta russa - ultimo giorno: il Monastero di Novodevici

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E anche il dentista è fatto. Dopo aver trascorso una mattinata in bagno (ho già detto che il dentista è la seconda situazione che mi terrorizza di più, dopo l'aereo?) finalmente anche la vecchia otturazioneè stata sistemata, meglio tardi che mai ^^'
Naturalmente ho festeggiato con la tradizionale focaccia e gelato, che però mi sono sbrodolata più che altro sul vestito... Si vede che il nuovo dentista ci ha dato dentro con l'anestesia e adesso ho tutta la bocca storta. Sono anche un po' preoccupata: è normale? Non è che mi ha toccato un nervo? E' mai successa la stessa cosa a qualcuna di voi?

A parte questa piccola preoccupazione, oggi è una giornata gloriosa: mancano solo 4 ore all'inizio delle vacanze... E che vacanze... Mi vergogno un po' a dirlo, ma ehm, sì, tornerò in ufficio il 2 settembre!! :D
Finalmente ho parlato con Capo degli straordinari accumulati (sia quest'anno sia lo scorso) e sono uscita vittoriosa: mi godrò uno stacco di ben cinque settimane! :)))) L'unico peccato è che Mr Owl non farà altrettanto, quindi non possiamo goderci un super viaggio più lungo del solito... Pazienza... Anche stare a casa a leggere e rilassarsi non è male ;)

A proposito di vacanze, prima di iniziare con i diari di viaggio dell'estate, volevo concludere quelli rimasti in sospeso, in particolare il racconto della trasferta moscovita di febbraio. Manca l'ultimo giorno che, nonostante il poco tempo a disposizione, è stato però il più bello dal punto di vista turistico.
Nel caso vi siate persi le tappe precedenti, vi ricordo che potete trovare il riassunto qui, ovviamente alla voce "MOSCA".

L'ultimo giorno salutiamo Mosca a modo nostro, con una capatina al ristorante Godunov ;)
Nascosto proprio dietro all'ingresso della Piazza Rossa, è un locale forse un po' turistico ma decisamente caratteristico



Visto che non c'è molto tempo, ordiniamo un piatto a caso, facendoci suggerire dal cameriere quello più rapido da preparare. Conoscendo la mia vena schizzinosa in fatto di cibo straniero, spero apprezzerete questa disponibilità totale a provare l'ignoto ;)
Devo dire che mi è andata moooolto bene: la Stroganoff beef (mai assaggiata prima) era da leccarsi i baffi!! E guardate come ce l'hanno presentata


Un piatto favoloso! L'unico neo è che l'ho digerito all'atterraggio a Malpensa, praticamente alle 2 di notte ^^' Ma forse se non ve lo scofanate tutto, raschiando ben bene anche la 'ciotola' di pane, il vostro stomaco potrebbe ringraziare.
Placata la fame, abbiamo preso un taxi fino a Novodevici, un nome che a me non diceva nulla ma che adesso so racchiudere un piccolo mondo. Sono stata stregata da questo luogo



 

 
Il raccoglimento religioso che si respira appena varcato il cancello fa dimenticare di essere vicini a una superstrada. Ti verrebbe voglia di cantare sottovoce ma temi di disturbare quella quiete mistica e allora rimani zitta e badi che le suole non scricchiolino troppo sulla neve, ti limiti a guardare ovunque, avidamente, e a scattare una foto dopo l'altra.






Non so fare una vera selezione delle foto scattate quel pomeriggio. Non certo perché mi ritenga una brava fotografa, ma perché credo che ogni angolo di quel luogo magico meriti di essere visto.





Appena fuori dal convento il mondo ci aspetta frenetico: il taxista attende paziente parcheggiato tra le lastre di ghiaccio, ma l'orologio ci avverte che non possiamo attardarci oltre, dato che il traffico moscovita è folle, soprattutto all'ora di punta.


Vi risparmio l'odissea del viaggio in aeroporto. Imbottigliati nel traffico ci siamo a turno addormentati, risvegliati, annoiati, respirando i gas di scarico di milioni di auto incolonnate. La preoccupazione di arrivare troppo tardi era così fondata da farmi dimenticare per un attimo la paura dell'aereo. Fortunatamente / sfortunatamente all'arrivo in aeroporto scopriamo che il nostro volo è in ritardo. Allarmate da una voce di corridoio che vuole il ritardo causato da una forte nevicata a Milano, io e CollegaNuova iniziamo a confabulare, flaconi di xanax alla mano "Quante gocce serviranno per stenderti, in caso di atterraggio d'emergenza? E quante per addormentarsi di colpo e non essere svegliata neanche dalle turbolenze?" E via ci seguito.

Alla fine ci salva dal panico la vecchia QI50 (ve la ricordate?) che durante la cena intavola nuovamente un discorso farcito di perle di saggezza. Questa volta il tema sono le donne lavoratrici davanti alla maternità: dall'alto dei suoi trent'anni e zero figli all'attivo, QI50 si dà arie da grande manager affermando che nella loro azienda i problemi sono iniziati quando hanno concesso il part-time alle dipendenti. Da lì parte un dibattito tra lei, QI70 e Capo che mi attorciglia lo stomaco più di qualsiasi atterraggio d'emergenza. Nel caso non lo sapeste:
- la maternità è una malattia debilitante, perché chi la contrae non torna mai più come prima.
- guai a concedere a una dipendente il part-time: succederà (probabilmente per l'autorevolissima legge di Murphy) che le cose più importanti accadano proprio nella metà giornata in cui lei non c'è, rendendo perfettamente inutile la sua presenza in ufficio.
- nel "nostro lavoro" (che non è salvar vite, pianificare guerre nucleari, sostenere il globo terrestre sulle spalle, ma semplicemente organizzare eventi) non è possibile non essere disponibili continuamente 24/24h. Immagino valga non solo per la maternità, ma anche per le vacanze, le malattie, nonché le capatine in bagno, sempre troppo frequenti per chi paga gli stipendi.
- i bambini stanno molto meglio al nido che con la mamma. Insomma mamme italiane, basta volervi tenere sempre i neonati attaccati! Se volete davvero fare il loro bene, parcheggiateli in un buon nido verso il 5° mese e tornate alla scrivania a tempo pieno (ovviamente la retta del nido è un dettaglio a vostro carico, eh?)
Il fatto che Capo annuisse e confermasse l'inconciliabilità totale del part time col nostro lavoro mi ha colpito molto e mi ha portato a chiedermi come mai, allora, abbia scelto di assumere solo donne. Crede forse che delle 10 ragazze che, stabilmente o saltuariamente, collaborano con lui nessuna avrà mai figli? O che sceglieranno di immolare sé stesse e la prole alla causa del lavoro? E cosa dirà a Stakanov che in autunno vuole andare a convivere a 90 km da qui (pover'omo il Santo Fidanzato!) ? Le permetterà di lavorare da casa tre giorni a settimana come lei progetta? Ai posteri l'ardua sentenza.

Nel frattempo siamo arrivati a -3 ore :))) Buone vacanze a tutti quelli che passano di qui!!

Dopo un mese di vacanza

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Dopo un mese di vacanza il rientro non è mai facile.
Può capitare di non sentire la sveglia (Ma cos'è questo suono molesto che non smette neanche se lo calcio? Un nuovo modo di russare di Mr Owl?)
Oppure di dimenticare il cellulare di lavoro a casa (sbadataggine o lapsus freudiano, a voi il giudizio)
Di non ricordare più quali sono le chiavi dell'ufficio, o la password del computer.

Soprattutto tutto questo può capitare se l'ultimo weekend di vacanza, invece di startene a casa a goderti le ultime ore di riposo come ti eri prefissata, dormi 5 ore per notte ;)

Sabato 31, ore 19.00.
Rimpatriata con gli amici delle superiori che non vedo.... Vediamo... Sì, direi dal matrimonio di uno di loro, ben 4 anni fa. Ovviamente Mr Owl preferisce non accompagnarmi, così ci prepariamo per uscire separati.  
- Owl mi raccomando: non tornare tardi stasera, eh? Lo sai che qui in campagna non mi piace star da sola di notte!
Un mugugno arriva dal suo bagno.
- Guarda, in un paio d'ore avrò finito. Cosa vuoi che ci sia da dire dopo tanto tempo? E poi alcuni vengono con mogli che neanche conosco... Oddio, speriamo che non portino anche i bambini... Secondo me sarò a casa per le undici, undici e mezza al massimo.
- Ciao, io esco!
- Hai capitooooo? Hai capito, vero??

Ore 23.00
- Com'è tardi... Forse dovrei andare, domani mi devo alzare presto. Aspetta un po' però, c'è Tizia che racconta i dettagli splatter del suo parto, uhhh come m'intrippano queste cose!

Ore 24.00
- Accidenti, già mezzanotte! Adesso saluto e vado. Ciao Caio, hai cambiato lavoro? Davvero? E me lo dici solo adesso! Raccontami un po'!

Ore 2.15
Robin sgattaiola in punta di piedi dentro casa, silenziosa e circospetta come non ha mai fatto neanche da ragazzina. Mette il naso in camera e fiuuuu, per fortuna Mr Owl ronfa come previsto :)


Domenica 1. Ore 7.45.
Suona la sveglia, questa sconosciuta, e crediamo sia l'allarme. Mr Owl rovescia tutto quello che ha sul comodino prima di gongolare "Ah ma è la tua sveglia!" e rigirarsi beato. La sua vendetta è compiuta :)
Io mi alzo maledicendo i matrimoni, gli addii al nubilato e chi li organizza di domenica mattina, specialmente con un ritrovo a 30 km da casa mia. Ma mi riprendo velocemente, perchè fin da subito la giornata si prospetta molto divertente, nonostante non sia stata facile da organizzare: la sposa è timidissima, riservata, tranquilla, per niente amante di baldorie o serate trasgressive e certo non disponibile per scherzi imbarazzanti. Le brave organizzatrici però sanno costruire l'evento attorno al cliente, no? E quindi ci abbiamo pensato e ripensato, scartato varie ipotesi e scelto infine... nientepopodimeno che Gardaland!
Sì, lo so, vi è scesa la catena... Non vi dico i commenti dei miei vecchi amici sabato sera ^^' Eppure quello che si prospettava un addio al nubilato sotto tono si è rivelato un successone. Non ci credete? Ecco sette buoni motivi per organizzare un addio al nubilato a Gardaland:

Uno - Il casello autostradale sbagliato dalla carovana festante. Ehm, volevo dire, il drink offerto alla futura sposa.
Due - I giri di giostra consecutivi in un'attrazione: ci era piaciuta tanto che ci siamo rifiutate di scendere dalla navicella, pregando il ragazzo dello staff di lasciarci fare un secondo giro. E così siamo ripartite dando fiato alle nostre trombette, sotto gli occhi pieni d'odio di chi era in fila da 40' ;) Alla fine del secondo giro il disponibile giostraio ha ricevuto un bacio da tutte noi - sotto gli sguardi pieni d'invidia dei colleghi!
Tre - I pirati che bazzicavano il ristorante dove ci siamo fermate. Due molto carini e un rottame. Indovinate chi si è reso disponibile a salire al nostro tavolo per tagliare la torta con la sua sciabola da bucaniere? Esatto. Ed è anche scappato quando abbiamo cantato "un bacio alla sposa"! Mezza calzetta di filibustiere ;)
Quattro - I ragazzi che ci hanno intercettato pensando di abbordare e che invece sono stati sequestrati per una penitenza. Il caso vuole che uno di loro canti ai matrimoni: perfetto! La nostra sposa deve cantare sigle dei cartoni animati fino a raccogliere 5€ dai passanti. In un batter d'occhio appoggiamo a terra il bicchiere della questua e organizziamo il duetto tra la sposa timida, rossa come un peperone, e l'ugola d'oro pugliese si cala subito nella parte e dà il meglio di sè in "Occhi di ghetto" quando, insoddisfatto della compagna che non tira fuori abbastanza voce, esclama "E canta, disgrazieta!"
Cinque - Le amiche della sposa che si rotolavano ridendo davanti a quella scenetta.
Sei - I tentativi falliti di ritrovare le macchine nell'immenso parcheggio di notte ^^' E non avevamo bevuto neanche un goccio d'alcool...
Sette-mila le calorie incamerate in una giornata. Pranzo al fast food, cena con una crepe alla nutella più frittelle di crema, che si sa, le giostre fanno venire certi languorini... (E sarei a dieta, fate voi O_o)
Zero - La voce che mi è rimasta dopo questo weekend!

Colmar e le sue case da fiaba

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Rieccoci infine: l'avevo detto che mi sarei goduta il mese di vacanza, eh? Ecco perché non mi sono fatta viva per tutto agosto ^^'
E di cosa si parla a inizio settembre in ogni ufficio, ad ogni macchinetta del caffè, in ogni sala riunioni che si rispetti se non delle vacanze? ;) Eccovi dunque la prima tappa del mio diario di viaggio!


Domenica 11 agosto. Autostrada del brennero.
Robin e Owl insieme a centinaia di altre volpi vacanziere hanno deciso di sfidare il traffico del weekend che precede il ferragosto e sono puniti con un'ora e mezzo di coda al tunnel del San Bernardino. E' il mio turno di guida e sono vagamente isterica: d'altra parte si sa che m'inferocisco appena l'auto davanti osa costringermi ad abbassare la velocità di crociera, figuriamoci in un ingorgo... E poi sono le due del pomeriggio, ovviamente il sole batte feroce, ovviamente non si vedono autogrill o aree di sosta all'orizzonte e ovviamente ho una pipì selvaggia.
Mentre mi contorco al lato guida cercando contemporaneamente di ritrarmi il più possibile in un francobollo d'ombra e di tenere a bada la vescica che scoppia, le informazioni sul traffico alla radio ci informano della coda (toh, davvero?) e danno previsioni funeste sulla durata dell'attesa.
A quel punto si presenta l'antico dilemma del viaggiatore fantozziano: aspettare pazientemente il primo autogrill, fare la coda per trovare parcheggio, coda per i bagni e poi di nuovo coda per reimmettersi in autostrada, oppure accostare e trovare ristoro fra le fresche frasche?
Ora, dovete sapere che Robin si vergogna praticamente di tutto, anche di spogliarsi nelle docce comuni della piscina, quindi il suo cervello rifiuta seccamente la seconda ipotesi. Mr Owl invece, che non s'imbarazzerebbe neanche a presentarsi vestito di sola cravatta a un colloquio di lavoro, m'invita ad accostare.
- Quante storie! Non ti vede nessuno! Guarda ad esempio lì (indicando un germoglio di melo con due foglie rinsecchite in cima) vai dietro a quell'albero e sei a posto!
- NON-SE-NE-PARLA!
E invece la vescica ha la meglio sulla mia inibizione: quando dopo un altro quarto d’ora ci muoviamo di un centimetro, non perdo l’occasione di accostare vicino a un gruppetto di pini nani. Mentre saltello tra rovi e frutti di bosco (sembravano così vicini ‘sti pini, invece bisogna inerpicarsi su per una discreta salita per raggiungerli) chiedo freneticamente a Mr Owl di controllare che non si veda niente. Quando raggiungo i pini mi trovo davanti a un fitto muro di rami pungenti che non vuole saperne di aprirsi per farmi strada.
- Owl, si vede qualcosa?- chiamo mentre mi graffio senza pietà braccia e gambe.
- Nah – risponde lui ammirando il paesaggio… dall’altra parte della valle. Gli manca solo la sigaretta pendula dal labbro per sembrare il ritratto della tranquillità.
- Come “no”, sei girato dall’altra parte! OWL!!!! Guarda qui!
Non che sia completamente convinta di essere nascosta bene, ma la natura chiama quindi tento goffamente di accucciarmi tra i rami. Cosa meno semplice a dirsi che a farsi O_o Vi dico solo che mi tolgo aghi di pino dagli slip per l’ora successiva, gli ultimi addirittura se ne vanno con la doccia ^^’

Vabbè, lasciamo da parte questi dettagli poco interessanti e parliamo della meta raggiunta dopo il lungo viaggio: Colmar, una cittadina deliziosa, piena di casette che sembrano uscite dai libri delle favole.




Tanto perfette nella loro atmosfera fiabesca da essere perfino storte :)



 Per non parlare delle finestre!!



Negozi con insegne troppo belle per non essere fotografate...


... E vetrine non meno invitanti


E sì, beh, ci sono anche negozi fin troppo decorati ;)


Il centro è piccolo ma ogni scorcio merita di essere immortalato



Man mano che si sale verso nord il paese è attravesato da canali. Non c'è niente da dire, le città sui fiumi, piccole o grandi che siano, hanno un tocco in più che migliora sempre l'atmosfera.



E nonostante il soprannome "Piccola Venezia" sia proprio esagerato, gli scorci sul canale sono sicuramente i più pittoreschi



Per quanto riguarda gli hotel, Colmar purtroppo non offre molto. Io ho approfittato di un'offerta all'Ibis, ma non mi sentirei di consigliarlo: è l'Ibis più vecchio in cui sia mai stata e la camera era così piccola che la porta si apriva solo di 90° perchè poi andava a sbattere contro il letto O_o
M'ispirava invece l'hotel Maison des tetes, nell'omonimo palazzo seicentesco.


Non vi consiglierei nemmeno il ristorante dove abbiamo cenato! ;) Visto che volevo a tutti i costi provare la tarte flambè ho rifiutato di entrare nel restaurant du marchè, che pure m'ispirava parecchio. Così imparo a farmi guidare dalla gola: la mia tarte flambè era mezza bruciacchiata e sicuramente non da ricordare. Mi sono fatta però la sera seguente... Oh sì!
Volete sapere dove? Eh no, ve lo racconto nella prossima tappa! :)

E quindi? Cosa mi metto? AIUTO!

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Non era nemmeno finito il primo giorno in ufficio che gongolavo per la bellezza dei rientri soft: poco lavoro, tante chiacchiere, ritmi rilassati,  possibilità di fancazzare online volevo dire, l'organico non ancora al completo quindi silenzio e tanto spazio per sè, la porta che dà sul terrazzo aperta a far entrare il sole, che ormai non fa più così caldo, e tanti altri piccoli dettagli che rendono il rientro meno doloroso.
E così, mentre gustavo beata una tazza di tè chiacchierando con Capo, la sua domanda arriva a bruciapelo: "Cerco un volontario che venga a Londra con me questo weekend".
La mia mentre ancora in vacanza vaga tra ricordi sbiaditi: caspita, sono 17 anni che non vado a Londra! Possibile? Sì, sì, è proprio così, accidenti... Sarebbe bello tornarci, vederla di nuovo, scoprire cos'è cambiato in tanto tempo, e poi in questo periodo il clima dovrebbe essere bello, oddio, per come può fare bel tempo a Londra...
Insomma, un flusso di coscienza che mi porta a rispondere prontamente: "Potrei venire io!"
Capo, evidentemente soddisfatto, parte in quarta snocciolando le sciccherie dell'evento - che, si sa, lui è un bravo venditore - ma ben lontana dall'entusiasmarmi, inizio lentamente a temere di aver accettato troppo prontamente. Quando esce dalla stanza controllo il sito dell'evento e, in particolare, vado di cliccata compulsiva sulla temibile finestra "dress code". Il responso?

"For such a unique atmosphere it has to be smart and elegant. A mixture of Royal Ascot, a Buckingham Palace garden party and the film set of the Great Gatsby."
Ora, io sarò anche impedita in fatto di moda, ma c'è qualcuna in tutta la blogsfera che riesce a interpretare questo look? Ma soprattutto, c'è qualcuna che nel suo guardaroba ha una mise che corrisponde a questa descrizione??
Mentre il mio colorito s'inverdisce, continuo a leggere: "Senza dimenticare, ovviamente, che il clima di Londra è capriccioso, quindi non scordate di infilare un brolly (che sarebbe poi un'umbrella, grazie google) nella vostra Birkin (che sarebbe poi 'na borsa, ri-grazie google)
Per finire in bellezza, segue la foto di un topone transgenico con il volto coperto da un enorme cappello da diva, di quelli che farebbero andare in solluccheri Elisabetta, regina madre e regina nonna. No, per dire, io di cappelli ho solo quello di lana nero con pom pom e treccine pendule da legare sotto al mento, per coprire bene le orecchie. Sapete che figurone farei a Buckingham Palace con quello?
In definitiva, non so se essere più in panico per l'aereo (tra parentesi, dovrò svegliarmi alle 4 del mattino: immagino già il viso fresco, riposato e ben truccato che sfoggerò) o per l'abbigliamento O_o

P.S. A proposito di tempo capriccioso, due giorni fa le previsioni davano nuvoloso, minima 12° e massima 16°; ieri pioggia, minima 13° e massima 26°; oggi sole, minima 11° e massima 20°. Dite che il famoso look a cipolla andava ai tempi di Gatsby?

Viaggiare in Olanda

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Ecco la nostra meta dell'estate: l'Olanda! Un paese in cui nè io nè Mr Owl avevamo mai messo piede... Dettaglio che non rivela un'irresistibile attrazione ;)
In effetti non avevo mai provato il fascino delle piatte terre sotto il livello del mare, di mulini, zoccoli e tulipani (che peraltro non ho visto) nè il richiamo delle trasgressioni di Amsterdam che ai miei occhi appariva una successione di ponti, coffee shop e prostitute in vetrina.
Da parte sua Mr Owl era preoccupato di annoiarsi: "L'Olanda è così piccola, cosa faremo per dieci giorni lì? Non sarà meglio fare un salto anche in Belgio?"
Se ci penso adesso mi viene un po' da ridere :) Cosa c'è di più bello che essere sorpresi da una meta che non prometteva nulla di speciale?


Prima di raccontare le tappe del nostro viaggio, volevo dare qualche informazione generale: va da sé che si tratta di riflessioni personalissime e limitate, ma forse a qualcuno potrebbero essere utili. Mentre programmate le vostre vacanze in Olanda vi consiglio di tenere in considerazione alcuni punti:
- E' un paese caro. Del tipo che, pur non essendo a New York o a Portofino, pagherete 3 € per un biglietto del tram e fino a 7 € per una bottiglia d'acqua da 0,75. Anche i musei sono parecchio costosi: per un ingresso intero 13/15 € come ridere, ma in genere il prezzo comprende anche l'audioguida (meglio che niente ;)). Il meglio però lo danno coi parcheggi: in alcune città 24h di parcheggio possono costare come una notte d'albergo 4* (a noi è successo all'Aia). Tenete conto anche di questo se decidete di partire in auto.

- Conseguenza del punto precedente, invece del solito fly & drive, valutate anche l'opzione volo + treno, soprattutto se volete visitare le città più importanti, senza avventurarvi nella campagna remota: pare che le connessioni in treno funzionino molto bene.

- Se decidete di visitare l'Olanda in auto, interpretate bene le distanze! Sarà anche un paese piccolo, ma questo non vuol dire che ci si possa spostare velocemente da un punto all'altro: i limiti di velocità sono bassi (e non vi conviene superarli), il traffico è consistente, nei pressi delle città troverete letteralmente un semaforo dopo l'altro e, nei quartieri residenziali, rallentatori e limiti di 30 km/h. Quindi non stupitevi se i tempi di percorrenza sono più alti di quello che stimereste voi e iniziate ad arrotondare per eccesso... parecchio eccesso ;)

- La cucina olandese non è esattamente una cornucopia di prelibatezze capace di stupirvi per due settimane con piatti sempre nuovi e ghiotti.
A meno che non vogliate provare tutte le varianti dello stesso insuls... ehm, noioso formaggio Gouda: al pesto, al pomodoro, alle olive o col pepe, affumicato o più o meno invecchiato, perfino con "la ragazza dall'orecchino di perla" stampata sulla crosta O_o
A meno che non vogliate inghiottire un'aringa al giorno alla loro maniera, che pare sia un po' uno sport nazionale

foto dal web

Attenzione però, gli olandesi stessi ammettono che il "sapore di mare", usiamo questo eufemismo, vi farà compagnia anche per un giorno o due e si farà beffe di qualsiasi lavata di denti o gargarismo profumato ;)
Tutto questo per dire che, considerata la qualità della cucina e soprattutto i prezzi, a metà vacanza abbiamo imparato a scegliere i ristoranti in base alle offerte indicate in vetrina, invece che spulciare i menù (tra l'altro, di solito scritti solo in olandese) In questo modo i prezzi dei pasti sono crollati e la qualità, onestamente, non ne ha risentito granchè, anzi, a volte siamo stati anche piacevolmente stupiti!

- Indovinate un po'? Anche gli alberghi sono abbastanza cari, soprattutto in alta stagione. E' interessante notare come nelle zone di turismo locale, o teutonico al massimo, faticherete a trovare strutture di alto livello: si sa che olandesi e tedeschi sono un po' braccini e preferiscono un campeggio economico a un bell'hotel costoso. Anche se piove un giorno su tre e ad agosto vai in giro con canottiera e k-way (d'altra parte loro si vestono comunque in canottiera e ciabatte ^^')
Oltre ai soliti siti come booking, trivago, ecc. vale la pena di sare un'occhiata anche ad altri portali: ad esempio questo sito dove trovate una serie di fattorie che fanno servizio B&B, o quest'altro per i B&B della penisola a nord di Amsterdam.
Se volete concedervi un soggiorno più lussuoso date un'occhiata a Relais & Chateaux o ai Boutique hotels. Se non viaggiate in alta stagione potreste trovare sorprese più abbordabili di quanto possa sembrare.
Considerate che, come spesso accade fuori dall'Italia, generalmente la colazione non è inclusa nel prezzo della camera. Visto che costa come un pasto completo e di solito non è di alta qualità (non aspettatevi una vasta selezione di brioches, muffin, dolcetti, marmellate, nutella, ecc.) vi consiglio la colazione in hotel solo se non comporta un sovrapprezzo; altrimenti compratevi qualcosa in un supermercato e usate le coffe/tea facilities che troverete praticamente in ogni camera d'albergo.
Last but not least, in ogni hotel (anche negli ostelli!) troverete ciotole con topini di cioccolato, non so come li chiamate voi, insomma, questi:

foto dal web

Non perdete l'occasione di gustare una tipica colazione da bimbo olandese! Pane tostato, burro e abbondante spolverata di codine di cioccolato... Da urlo! E se volete portarne a casa un po', a mio modesto parere questi sono i migliori :)

- Rimanendo in tema culinario, infine, rassegnatevi all'idea di ingrassare un paio di chili: il piatto nazionale olandese sono le patatine fritte, lo sapevate? Buonissime, abbondanti e servite con vari tipi di maionese spaziale. Non c'è bisogno di aggiungere altro, vero?

 

Maastricht l'elegante

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Vi dirò, mentre progettavo l'itinerario del nostro viaggio olandese consideravo Maastricht solo una comoda tappa, proprio lì a sud del paese, in vicinanza della frontiera. L'unico dettaglio che la salvava dal completo anonimato era il celebre Trattato, per il resto vuoto completo: non sapevo nulla di lei. Né mi aspettavo molto.

Abbiamo iniziato molto bene con un'accoglienza calorosissima in hotel. Il nostro primo incontro con le reception olandesi è straordinariamente positivo: una ragazza ci riceve con un sorriso simpatico, ci stringe la mano e, mentre ci offre una tazza di zuppa calda, chiede com'è andato il viaggio. Noi, reduci dalla famigerata cordialità francese, siamo un po' spiazzati da tanta amabilità ma ci abitueremo presto perché sarà una delle costanti della vacanza. Veramente un punto a favore dell'ospitalità olandese!


Visto che l'hotel è in una tranquilla zona residenziale, facciamo quattro passi per raggiungere il centro, che si presenta raccolto e compatto al di là del fiume Mosa. Attraversato il Wilhelminabrug (bisogna abituarsi ai nomi un po'... "così" dei reali olandesi!) ci possiamo perdere tra le viuzze, le piazzette alberate e soprattutto i negozi di una città che si rivela davvero elegante, chiaramente ricca e con un alto tenore di vita. Una città dove, tanto per dire, il trenino del sightseeing è ipermoderno e a energia solare.
Dovete perdonarmi se non ho scattato fotografie ma sono stata molto impegnata... A fare shopping selvaggio :)) Sembravo un bambino a Gardaland: fuori e dentro dai negozi, presa a ravanare nei cestoni di vestiti in offerta, confrontare prezzi e provare taglie su taglie. Perché va bene che non amo shopping e vestiti, ma il richiamo dei saldi arriva anche a me, eh? ;)

A parte i negozi di marche famose, sbircio anche nei grandi magazzini locali: ebbene sì, amo curiosare nei supermercati, guardare la gente, scoprire cosa compra, cosa guarda, per farmi un'idea di come vive. Direi che la prima impressione entrata da Van Haren è stata ottima ;)


Arrivati in piazza Vrijthof ci troviamo faccia a faccia con la torre rossa della Cattedrale di Sint Janskerk e la Basilica di Sint Servaas, che decidiamo di visitare.


Le chiese olandesi sono state una sorpresa. Come vedete non hanno affreschi importanti, marmi preziosi o sculture imponenti, eppure mi hanno affascinato con qualcosa di altrettanto splendido: la luce. Dimenticatevi le atmosfere tetre e cupe di tante cattedrali europee, qui la fanno da padrone enormi vetrate, colori chiari, volte alte e luminose... Mi piacciono un sacco!!


Poco più in là si entra nel Markt, la piazza in cui sorge anche il comune. Considerate che, come si conviene a un paese di mercanti, il cuore delle città olandesi è proprio la piazza del mercato oppure il Waag, l'edificio che ospitava la pesa pubblica (talvolta completo di deterrenti contro i falsari: affreschi raccapriccianti che mostrano pene severe, gabbie di metallo o pentoloni di piombo dove venivano letteralmente fusi i colpevoli O_o)

Il Markt è anche il primo impatto con le case olandesi che imparerò ad amare a dispetto della mia repulsione per i mattoni faccia-vista. Vengo affascinata dagli abbaini, dai serramenti di legno colorati, ma soprattutto dalle ampie, enormi vetrate: l'equilibrio tra vetro e mattoni nelle case olandesi è tutto sbilanciato sul primo e questo non può che rapire totalmente una come me, che vorrebbe vivere in una casa di vetro! ;)



Guarda a caso, mentre siamo nel Markt ci viene un certo languorino e... toh, caso vuole che proprio lì si trovi Reitz, il tempio della frittura ^^' ben riconoscibile dalla fila che arriva fin fuori dal negozio e dalle decine di persone che bivaccano nei dintorni, affondando con ingordigia le dita nei coni di carta bianca e rossa.


Mi raccomando: non lasciatevi spaventare dalla lunga fila! Si tratta molto probabilmente dei clienti che aspettano il take away. Se volete invece sedervi e gustarvi in pace un pasto completo infilatevi nel minuscolo locale e cercate di decifrare il menù in olandese ;) Un'altra lezione che impariamo subito è che, sebbene tutti gli olandesi parlino inglese (a partire dal vecchietto ottantenne fino al muratore che sembra aver fatto a malapena le elementari - entrambi casi capitati durante il viaggio) ebbene, nonostante ciò tutte le scritte che troverete in giro saranno in olandese. La maggior parte dei ristoranti (ma non tutti) hanno anche un menù in inglese, ma difficilmente è esposto in vetrina: dovete entrare, chiederlo e sedervi per consultarlo... insomma, una volta dentro siete già accalappiati ;)
Ma torniamo a Reitz. Mentre io mi butto su un'infallibile omelette, Mr Owl, più audace della sottoscritta, prova il piatto del giorno: cozze della casa con patatine fritte! Accompagnate da abbondante birra olandese, ovviamente.


Mai sentito un connubio del genere? Nemmeno noi, ma pare che non sia affatto male, come potete ben vedere ;)


Dopo questo pasto leggero e frugale siamo pronti per metterci in macchina e percorrere i 130 km che ci separano dalla prossima tappa :)

's-Hertogenbosch - ma chiamatela pure Den Bosch

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Den Bosch - o 's-Hertogenbosch (un premio a chi lo pronuncia giusto) - deve il suo insolito nome, Bosco Ducale, a Enrico I Duca di Brabante e ai suoi vasti possedimenti in quella zona boscosa... Zzzzz


Den Bosch, capoluogo del Brabante Settentrionale, è la città natale dell'omonimo pittore di cui però non conserva nemmeno un quadro... Rooooonf


Den Bosch è la patria della famosa Bossche Bol, una palla di pasta dolce delle dimensioni del pugno di Primo Carnera, ripiena di panna e ricoperta di cioccolato fondente.
Ecco, ci siamo. Questo è l'incipit giusto :)

Foto dal web

E mi precipito ad annunciare, maliziose lettrici che non siete altro, che io non ho assaggiato cotale bomba calorica. Dopo il meritato applauso, possiamo continuare :)

Bossche Bol a parte, l'unico motivo per cui l'itinerario di un turista tocca questa città sperduta nell'anonima provincia del Brabante è la Cattedrale di San Giovanni, una delle chiese più importanti di tutto il paese. Certamente a prima impatto colpisce la sua imponenza, amplificata anche dalla mancanza di altri edifici altrettanto maestosi nei dintorni.


I portali sono grandiosi, le torri si perdono nel cielo: è impossibile catturarla nella sua interezza con una fotografia!


Di nuovo interni luminosi, ampie vetrate e colori chiari, nonostante questa chiesa, cattolica, sia nel complesso meno sobria di quelle protestanti.


Proprio di fronte alla cattedrale c'è un ristorantino delizioso, Nescio, che serve assaggi di cibo bio, ma anche vegetariano e vegano. Siamo entrati per caso ma ci siamo trovati davvero bene: l'atmosfera è piacevole e la proprietaria, gentile e competente, si è affrettata a coccolarci. Senza contare che, dopo qualche giorno di bistecche e patatine fritte, salse pasticciate e condimenti esagerati di nuovo avevamo voglia di cibo sano, semplice e genuino. Ah, per finire in bellezza hanno una vasta selezione di tè bio da leccarsi i baffi ;)


Per il resto, onestamente non vi consiglierei di perdere troppo tempo a Den Bosch: il piccolo centro storico non ha meraviglie da offrire (per la verità noi di meraviglioso abbiamo trovato questo 'robo' qui, che mi sarei infilata immediatamente nello zaino!)


La visita in barca dei canali sotterranei della città non vale né il prezzo né il tempo che comporta, soprattutto perché la guida parla esclusivamente in olandese... Ora, per quanto gradevoli possano essere alcuni scorci, riesco a pensare a modi più piacevoli per trascorrere un'ora di vacanza, invece di esplorare cunicoli umidi per contemplare tombini e nidi di pipistrelli, oppure sentirsi raccontare la rava e la fava sulla storia delle mura della città di cui non capisci un'acca.

 


Prima di andarcene però facciamo l'affarone della vacanza :) Dovete sapere che, per quanto sia io che Mr Owl siamo veterani nell'arte della preparazione delle valigie, a volte capita di dimenticare le cose più ovvie, tipo i costumi se vai al mare (lui), il computer in un viaggio di lavoro (io)... o giacca e k-way se sei diretto in un paese dove piove un giorno su tre e il vento è la base dell'economia (entrambi) ^^'
Va da sé che non potevamo proseguire la vacanza senza. Eppure Robin, braccino corto come sempre, si rifiutava di spendere somme esorbitanti (ovvero 20-30 €) per una mantella da ciclista all'ultimo grido o una cerata ipertecnologica garantita anche contro i monsoni.
Non è stato nemmeno tanto facile capire dove comprare un capo del genere, perché ho constatato che in Olanda la divisione delle merci nei vari negozi è un po' diversa rispetto all'Italia (se avrò il coraggio ne parlerò in una prossima tappa). Insomma, per farla breve è con un certo orgoglio che mi vanto di aver scovato due k-way a 3 € l'uno :) A voler essere pignoli si potrebbe aggiungere che il taglio è migliorabile, la misura non è proprio giusta e il colore non è esattamente sobrio, ma noi non ci certo facciamo confondere da risibili dettagli ;)


Che ne pensate? Un affarone, eh? ;D


 

L'Aia, l'elegante città reale

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Che si chiama poi Den Haag. No, tanto per evitarvi la mia figuraccia: quando le amiche olandesi a cui avevo chiesto consigli su posti da vedere mi hanno suggerito Den Haag ho risposto "Ah, è un quartiere di Amsterdam?" Ecco, nel caso qui fuori ci sia qualcuno altrettanto ignorante in geografia vi do subito questo aiutino ;)

Den Haag è probabilmente la città olandese che mi è piaciuta di più. Chissà, forse per la sua eleganza: un centro storico degno di questo nome, con bei palazzi, negozi (tra cui questo dove sono scomparsa per mezz'ora buona), locali, ma anche ampi spazi verdi e quartieri residenziali che ho appena sbirciato ma mi hanno fatto venire l'acquolina. Certo, essendo una città e non più un paesino nasconde angoli meno affascinanti, dove non arriva il luccichio delle vetrine e lo sfarzo dei quartieri signorili, ma rimanendoci sono un giorno e mezzo mi sono voluta concentrare sugli aspetti più belli. E non sono pochi :)

Sicuramente il fatto di alloggiare in questo delizioso albergo ha reso tutto più facile ;) nonostante alcuni difetti è stato in assoluto quello che ho preferito nell'intera vacanza.


Eppure il primo approccio con L'Aia città non è stato dei migliori...

... Innanzitutto pioveva a catinelle e, pur essendo mattina, faceva così buio da sembrare fine novembre. Senza contare l'aria fredda e umida che osava infilarsi perfino nei nostri k-way da 3€! Inconcepibile ;) Climaticamente parlando è stato il giorno peggiore dell'intera vacanza (tutto sommato molto fortunata, se considerate che in Olanda in media piove un giorno su tre)


Con queste premesse l'idea di accontentare Mr Owl infilandoci in un museo mi attirava più del solito. E poi si trattava del Mauritshuis, una delle collezioni più importanti del paese, quella con La ragazza dall'orecchino di perla, tanto per capirci!

E qui arriva il secondo colpo di sfortuna della giornata: il Mauritshuis è ricoperto da impalcature. Eppure ci sono cartelli che indicano, almeno così ci sembra, "ingresso di là". Speranzosi, circumnavighiamo (in senso letterale, visto che le cateratte sono aperte e scroscia acqua da ogni parte) l'enorme edificio ma niente, non i entra da nessuna parte. Per evitare che Mr Owl si accenda come un cerino guado la strada e mi avvicino al container dei lavori in corso dove mi informano molto gentilmente che no, guardi, si dà il caso che il Mauritshuis sia chiuso per due anni. Ah. Quand'è così non resta che incassare e fare ciao ciao con la mano, magari ci torniamo la prossima volta, "ritenta e sarai più fortunato".
Il muratore deve aver notato una vaga delusione... beh, diciamo che un po' gli ho fatto pena, sola sotto la pioggia, fradicia, infreddolita, col cappuccio rosso catarifrangente del k-way che praticamente lasciava uscire solo il naso (e che naso!), tra le mani una piantina così bagnata che cadeva a pezzi. E così il brav'uomo ha riaperto la guardiola per darmi una soffiata: tutta la collezione è momentaneamente trasferita al Gemeentemuseum. Tutta tranne La ragazza dall'orecchino di perla. Naturalmente. Mica crederai di vedere proprio lei, la star, vero? Pare infatti che la diva sia sempre in mostra in giro per il mondo. Prima non se la filava nessuno ma dopo un libro e un film di successo tutti cercano lei: non succede solo alle persone, anche alle opere d'arte! :)

E così, dopo un giretto in tram durante il quale tutti gli autoctoni ridono della nostra pronuncia delle fermate, arriviamo a destinazione. O meglio, scendiamo nel punto giusto: da lì non è elementare trovare il museo, che assomiglia di più a una squallida palestra di scuola anni '70. Quel giorno poi nella fontana davanti all'ingresso c'erano anche strane installazioni che a prima vista si potevano confondere tranquillamente con rifiuti di metallo buttati nell'acqua O_o Cosa vi devo dire, l'arte contemporanea non fa per me!
La collezione naturalmente vale la visita, anche se 14.50 € mi sembra un prezzo un pelino alto, considerato anche che non c'è un'anima in pochi sono interessati al resto del museo, ovvero il vero Gemeentemuseum.
Una bellezza non da meno però ci accoglie fuori dal museo, passeggiando per la città. Il bello dei climi continentali è che una mattina di pieno inverno può essere seguita da un pomeriggio estivo :)



Ci perdiamo per il centro, senza una meta precisa. Io come sempre persa col naso all'insù a sbirciare le finestre delle case.


Facciamo un altro po' di shopping (viaggiare in auto ha l'indubbio vantaggio di avere un grande baule a disposizione :)) e il passaggio rituale davanti agli "imperdibili", come la Gevangenpoort, ovvero l'antica porta delle prigioni che oggi ospita un museo.


Oppure il palazzo reale, molto sobrio rispetto ad altre regge europee, in perfetto stile olandese.


Curiosamente, le persiane rosse e nere del palazzo reale sembrano essere aperte sempre a metà, ma non chiedetemi il perchè, anzi se qualcuno lo sa è l'occasione buona per dirlo a tutti! ;)


Infine ci riposiamo sotto i platani davanti al Parlamento.

 
Dando da mangiare alle paperelle e ai cigni (che ammetto essere il mio sport preferito quando sono in vacanza ^^')


Prima di andare a cena anche noi :) Per chiudere in bellezza la giornata abbiamo voglia di coccolarci un po', quindi scegliamo un ristorante molto carino, un po' fighetto se vogliamo, dove però la cucina, pur molto buona, non vale il prezzo che chiedono. Quello che mi ha colpito davvero è stata la gentilezza del cameriere "dedicato", di quelli che stanno in piedi dietro di te pronti a versarti l'acqua o a rimpinguare il tuo piattino del pane (poveretto... non poteva sapere che con una divoratrice di pane come me avrebbe dovuto fare gli straordinari! ^^') Non solo ci ha serviti con un sorriso cordiale e sincero, ma dopo cena, mentre tornavamo in l'hotel ci ha rincorso per restituirci lo zaino di Mr Owl che, ovviamente, l'aveva dimenticato sotto il tavolo. Un angelo!

 

Pensieri sparsi sul rientro

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- Dopo neanche un mese di lavoro mi sembra di essere qui seduta alla scrivania, da sempre. Com'è possibile che la settimana scorsa mi sia svegliata pensando "Sento di aver proprio bisogno di una lunga vacanza", salvo poi realizzare che arrivo dritta dritta da cinque settimane di ferie estive? Non vi dico che delusione quando me ne sono resa conto...

- Soffro di letargia fulminante. Del tipo che la sera alle nove inizio a sbadigliare e non arrivo sveglia alla fine dei titoli di testa dei film. Sono pigra e pur progettando un piano d'attacco poderoso alla cellulite, di fatto rimando qualsiasi iscrizione a palestre o piscine.

- A questo proposito, ieri mi è venuta la malaugurata idea di salire sulla bilancia. Dico io, ci sarà stato pure un motivo se la evitavo da ben cinque mesi... Infatti il verdetto mi ha fatto mancare. Ebbene, mi autocondanno alla pubblica gogna e ve lo confesso: per un pelo non ho visto il SEI. Ma un pelino tale che se fossi salita inspirando invece che espirando il temutissimo numero sarebbe apparso, il vigliacco. Non è tanto il numero in sé che mi ha depresso, quanto il fatto che arrivi dopo un'estate in cui ho cercato di controllarmi: niente dolci a fine pasto, niente merende colossali, ho evitato di assaggiare un sacco di piatti tipici. Per che cosa, di grazia? E non tirate fuori il metabolismo: lo so che dieci anni fa era decisamente più arzillo e mia madre mi ha già gentilmente informato della caduta libera che avverrà nei prossimi vent'anni. Siamo a posto.

- Con micidiale tempismo, proprio ieri è rientrata dai Caraibi la nuova collega (come l'avevamo chiamata? El Tigre Jurásico?) raccontando di come finalmente è riuscita a metter su due chili in vacanza, lei che in genere dimagrisce sempre e torna pelle e ossa, povera stella. Dopo avermi illustrato con dovizia di dettagli il perché e percome del suo nuovo nail-art (dopo tutto non scordiamoci che è una manista) e avermi abbondantemente sfrantecato descritto l'insistenza di questo corteggiatore che "proprio non vuol capire che non c'è storia", per fortuna sono riuscita a sviare il discorso su un terreno più interessante, ovvero le offerte per le vacanze natalizie ;)

- Perché sì, dopo 33 inverni trascorsi nella fredda, umida e nebbiosa pianura padana mi è venuta una gran voglia di provare a spezzare il lungo buio con una vacanza al caldo. Mentre io sono indecisa tra Capo Verde e St Lucia, il mio portafoglio valuta le opzioni Sicilia-in-campeggio vs Canarie-villaggio-all-inclusive e la mia paura dell'aereo propende per Gatteo mare o le pinetine dei lidi ferraresi. Nel frattempo, ovviamente, Capo non è informato della mia idea di chiedere due settimane di ferie per Capodanno.

- So che lo aspettavate da tempo. Ebbene sì, la detonazione è avvenuta: dopo quindici giorni di armistizio più o meno pacifico, la settimana scorsa Stakanov mi ha fatto proprio saltare i nervi. C'è mancato davvero tanto così perché scaraventassi dal balcone lei, la sua faccia da schiaffi e quel modo di fare che farebbe imbestialire un bonzo. E avrei fatto la felicità di parecchie persone, ohhhh sìììì! Una standing ovation da qui alla città dove abita. Per fortuna della mia fedina penale, però, dopo un'ora dalla sfuriata se n'è andata, lasciandomi tutto il pomeriggio a disposizione per far sbollire la rabbia in solitudine.

- Dopo i primi due giorni di pioggia e aria umida (grazie autunno!) la monarchia tricologica sulla mia testa ha ripreso vigore e al momento giro sormontata da una fitta nuvola di stoppa. Fichissima! Quando anche tua madre ti guarda col naso arricciato e dice che dovresti proprio curarti di più non c'è molto da aggiungere. Sto persino considerando la possibilità di tagliarmi i capelli, per la prima volta in vita mia. Dicono che sia molto liberatorio (e sì, mi viene in mente lui ;)) Chissà...

- E' un periodo che al lavoro sto collezionando una discreta serie di... diciamo così, interruzioni precoci di comunicazione, tanto per non dire scornettate sui denti. Lunedì un cliente, sabato il soccorso dell'ACI, oggi perfino un operatore di Fastweb. Avete letto bene, un venditore di call center... Ma non è a loro che viene sbattuto il telefono in faccia per definizione?? O_o

- Domenica sono stata al matrimonio di quell'addio al nubilato. Di nuovo non mi aspettavo una cerimonia da manuale - e facevo bene, perché in effetti il vestito mi faceva orrore, i fiori altrettanto, la musica in chiesa era inascoltabile, l'apparecchiata misera e la gente discretamente rozza. Eppure è stato, a sorpresa, uno dei pochissimi matrimoni in cui mi sono commossa, nonostante non fossi particolarmente legata alla sposa e avessi visto lo sposo solo due volte. Questo perché si sono rivelati
una coppia così dolce, affiatata e tenera da far sciogliere anche il cuore più algido, come il mio ;)
Va da sé che a quel punto tutti i dettagli estetici erano già scomparsi per lasciare posto solo al ricordo di un bellissimo matrimonio. Quando vedi due persone così adatte una all'altra da sembrare plasmate per incastrarsi perfettamente non puoi non essere contagiata da tanta gioia e non unirti al festeggiamento con trasporto totale. E poi vabbè, mi sono trovata a pensare che il mondo in fondo è un posto bellissimo se succedono ancora magie simili, ma queste riflessioni preferisco risparmiarvele, ho uno scampolo di dignità da salvaguardare ;) Vi lascio però con una fotografia unica, eccezionale, un documento dal profondo valore storico: sarà per la stanchezza atavica di cui parlavo al punto due, sarà per la mancanza di tè in quel fine ristorante, fatto sta che per evitare di cadere bocconi sulla torta nuziale con tanto di bolla al naso sono arrivata addirittura a compiere il grande passo...



 

Ah davvero? Ottobre sta già per finire?

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E io che non mi sono neanche accorta che fosse iniziato!
Come avrete giustamente intuito, ancora una volta sono stata fagocitata dal lavoro. Perché organizzare eventi è stimolante, adrenalinico, qualche volta anche "figo" (per chi ti guarda da fuori ;)) ma comporta periodi (anche lunghi, quando un evento segue l'altro senza pausa) in cui non ci sei per nessuno. Nello specifico, tre settimane di lavoro ininterrotto con: 0 giorni di pausa, 13 giorni fuori città, 1 trasferta di Mr Owl a Londra (ovviamente in uno dei rari momenti in cui io ero a casa).
Quando rientri sei completamente sfasata, come in preda a un jet lag pesante: quando suona la sveglia non sai più da che parte è il comodino, non ricordi in che cassetto sono le tue cose, ti senti strana a prendere le creme dall'armadietto del bagno invece di scavare nel beauty, senti squillare il telefono (rigorosamente quello aziendale, non il personale) anche quando tutto è tranquillo e perdi completamente il conto dei giorni, con conseguenze medio-gravi come trovarti in auto in mezzo alle bancarelle perché non ricordavi che fosse martedì, giorno di mercato, o dimenticarti il compleanno di un'amica.


Anche quest'anno una delle nostre mete autunnali è stata la Sicilia. A differenza dell'anno scorso, però, sono stata sempre ferma a Palermo. Beh, detta così è una parola grossa: diciamo che sono stata segregata tra una sala riunioni e due camere d'albergo del capoluogo siciliano, la maggior parte del tempo da sola, a cercare di sbrogliare matasse per telefono :/ Vi confesso che al terzo giorno ho cominciato a parlare con "il venditore di sfincioni" che mi sorrideva dalla fotografia appesa sulla scrivania della mia camera d'albergo ^^'



Sotto un certo punto di vista è stato un esperimento antropologico interessante perché la porta-finestra della mia camera si è aperta come un sipario sulla vita quotidiana della città: i balconi brulicanti di cani di taglia medio-grande che raramente vengono "scesi" per la pipì; un acquazzone che porta il caos e la disperazione della mia vicina di casa che al grido di "Santa Rossssaliiiiiia" deve asciugare il bagno allagato; le auto parcheggiate in seconda e terza fila, davanti a garage e portoni, sui marciapiedi ma non davanti alla casa del magistrato, altrimenti arriva davvero il carro attrezzi; un cane moribondo steso per strada nell'indifferenza generale e il timore di essere davvero stata l'unica a notarlo e a chiamare la protezione animali.


Per non parlare del teatrino che si svolgeva all'interno, proprio vicino a me, ovvero le memorabili gesta del Tigre Jurasico! Con un grottesco senso dell'umorismo il destino ha voluto che le sue mansioni fossero simili alle mie e che quindi gli unici momenti che mi toglievano dalla solitudine fossero quelli in sua compagnia O_o All'inizio non è stato facile, perché il suo ciarlare ininterrottamente di sciocchezze ha messo a dura prova la mia pazienza. Un inquinamento acustico particolarmente molesto per una come me che ama lavorare in silenzio: quando sono concentrata mi infastidisce anche la musica, figuriamoci il sottofondo delle chiacchiere inutili di TJ!
Una volta abituata al tormento, tuttavia, è iniziata la fase di stupore: come può una persona avere tanti argomenti? Semplice: per una totale mancanza di selezione: per TJ qualsiasi cosa riguardi la sua vita è interessante e degna di essere condivisa col prossimo. Da questo punto di vista, è di una generosità disarmante ;) Tutto quello che le accade, da quello che vede dal finestrino dell'auto a quante prugne deve mangiare per andare in bagno, viene condiviso in tempo reale col primo essere vivente che le capita davanti, in questo caso la sottoscritta. Non è un caso che TJ sia un'utente FB compulsiva, una di quelle che inizia a pubblicare le immagini della colazione al mattino e continua fino alle foto del cuscino prima di addormentarsi.
Infine, superato anche lo stupore è arrivata, del tutto inaspettatamente, l'indulgenza. Non ci credevo nemmeno io eppure alla fine della vacanza (e soprattutto dopo alcune lavate di testa di cui TJ è stata il bersaglio, non del tutto meritatamente) l'ho vista così fragile e bisognosa di conferme che è arrivata a farmi tenerezza. Tutto sommato TJ è una persona buona (a differenza di Stakanov, tanto per fare un nome a caso) ed è disponibile ad aiutarti quando hai bisogno di lei. E' terribilmente pesante quando parte coi racconti dei suoi innumerevoli spasimanti, quando ti legge i messaggi sdolcinati che dice di ricevere, o quando insinua che tutti la guardino. E' snervante quando ti chiede di farle continuamente foto: con un "vip", davanti a una bella macchina, coi capelli al vento al tramonto, o in una qualsiasi situazione che possa far sembrare la sua vita splendida. Non è un bello spettacolo sentirla ridere sguaiata alle sue stesse battute, vederla abbozzare una danza caraibica nel corridoio dell'aereo, ascoltarla mentre guida cantando a squarciagola coi finestrini abbassati. Eppure dopo qualche giorno di convivenza tutti questi comportamenti hanno iniziato a sembrarmi richieste di attenzione, sintomo di un bisogno impellente di essere ascoltata, guardata e amata.


Ovviamente, questo non vuol dire che non mi vengano i capelli dritti all'idea di fare un lungo viaggio in auto con lei ;)
Cosa che peraltro è accaduta nell'ultimo evento dove, tanto per abbassare l'asticella del limbo, siamo state compagne di viaggio e compagne di stanza O_o
Un evento in cui di nuovo ho sperimentato quanto sia poco piacevole lavorare in un'oasi di pace, dove tutti accorrono per godersi il silenzio, i ritmi calmi, la pace della natura e i piaceri della spa... Tutto mentre tu trotti come un mulo da soma. Eh no!


In cui assisti con un certo sconcerto alla frenesia che s'impossessa dei tuoi compagni di viaggio durante la fermata all'Officina della Bistecca, mentre Mr Owl manda sms piagnucolanti che lamentano l'ingiustizia del destino: che tu, pseudo-vegetariana, abbia l'onore di entrare nel "tempio della ciccia" mentre lui, carnivoro fino al midollo, è a casa è intollerabile! ;)


In cui, come al solito, puoi solo sfiorare le meraviglie del tuo paese, un assaggio che aumenta in modo esponenziale la tua voglia di tornare, finalmente in vacanza, per gustarle a pieno!



P.S. Perdonate le foto che in questo giro sono tutte da cellulare!

P.P.S. A proposito... Questa volta il viaggio aereo in Sicilia è stato un vero trionfo: andata e ritorno senza gocce signori e signore!!! Il prossimo step sarà mandare un curriculum ad Alitalia :D

 

Aggiornamenti vari di metà settimana.

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La prima versione del titolo era aggiornamenti inutili, siete avvisate! ;)

- Ho imparato a usare WhatsApp (o come cavolo si chiama. Lo spelling non mi è ancora entrato in testa ^^'). Alla buon'ora direte voi! Eppure è una piccola rivoluzione per chi, come me, fino a un mese fa si teneva ancorata al vecchio cellulare risalente al vecchio millennio e guardava con sospetto gli smartphones. Adesso mi manca solo di scaricare Instagram per diventare una vera bimbam ehm, persona mediamente tecnologica.

- Sto pensando di andare in piscina. No, non è per il 6 che ho visto sulla bilancia, no, no, no, figuriamoci! E' solo che non mi tengo più dalla voglia di fare sport XD Per ora ho guardato gli orari del nuoto libero e ho riesumato da non so più dove costume intero e cuffia. Il prossimo passo è affrontare la ceretta. Direi che siamo a buon punto, no? Forse per l'anno nuovo sarò pronta a calcare il bordo vasca.

- Abbiamo trovato la casa in collina per la prossima estate! E' un nido minuscolo ma delizioso, perfetto per noi due soli. Non ho mai visto una casa in affitto tanto curata... In effetti i proprietari (che ci hanno vissuto fino ad oggi) non volevano darla in affitto, si sono convinti solo dopo averci visto. Evidentemente sembriamo due persone affidabili e ordinate. Ahah :) ...
... O_o Speriamo solo di riconsegnargliela in condizioni decenti a fine estate ! ^^'

- Nell'amena pianura padana l'autunno è ufficialmente iniziato. Non date retta alle temperature piuttosto alte. Il grigiore diffuso, l'alternanza di nebbia e foschia, un'umidità che fa invidia a Saigon, quella pioggerellina fitta e insistente che piace tanto ai miei capelli e le giornate drammaticamente corte parlano chiaro: è decisamente autunno e io, per dirla in parafrasi, me la faccio sotto. Spero tanto, tanto, tanto, che quest'anno vada meglio dell'anno scorso. Se vi avanzano "vibrazioni positive"qui sono le benvenute, eh? ;)

- Per festeggiare la fine della fase di lavoro intenso, io e Mr Owl abbiamo deciso di regalarci un weekend fuori porta. Per fortuna una volta tanto ci sono anche giorni festivi che cadono giusto di venerdì, dandoci la possibilità di un weekend lungo senza chiedere permessi :) Dopo un'intensa ricerca ho trovato un'offerta che mi sembrava ottima... Vi farò sapere al ritorno! L'unica cosa è che stamattina ci siamo accorti... ehm... di non aver controllato il meteo ^^' Ma tanto in Toscana questo weekend danno un sole che spacca le pietre, vero? VERO???


 

Le poiane in questo momento

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Inutile girarci intorno, lo stormo di Poiane sta vivendo un momento non troppo felice. Le uscite si sono diradate fino a raggiungere i minimi storici, con disappunto di tutte credo, mio di sicuro.

Tutto è cominciato quando Poiana 1 ha smesso di essere libera il venerdì sera, la "nostra" sera, il momento dedicato da anni allo spoianamento selvaggio. Questo avveniva poco meno di un anno fa per colpa di Lui, l'undicesima piaga d'Egitto, la più grande palla al piede che un volatile abbia mai dovuto sopportare, il Poiana 1 Marito. Se le altre Poiane evitano il matrimonio come la peste, forse un pochino conta anche la brutta esperienza della nostra compagna. Iniziata non sotto i migliori auspici (Ma sei sicura? Non sentirti giudicata, noi ti capiremmo! Guarda che se vuoi, invece di accompagnarti all'altare, ti portiamo all'aeroporto... ecc.) la loro unione è proseguita sempre peggiorando, fino a raggiungere un livello in cui Poiana 1 è praticamente agli arresti domiciliari. Scherzi a parte, a causa di una malattia psicologica di lui, peggiorata dal suo carattere difficile, la vita di Poiana 1 si è trasformata in un tunnel da incubo e la loro relazione si è ridotta pian piano a un rapporto malato - badante. Le prime volte in cui ha vuotato il sacco e, tra le lacrime, mi ha confidato cos'era diventata la sua vita non ci potevo credere. Sembrava di assistere a un film dell'orrore: era impensabile che in una casa 'normale', tra gente 'normale' si consumasse un'aberrazione simile. Poi lo stupore è diventato sdegno e rabbia, ma non c'è niente da fare: nonostante tutto Poiana 1 non ce la fa a lasciarlo. Che sia paura, senso del dovere, spirito di sacrificio o scarsa autostima (non certo amore) il risultato è lo stesso: lei rimane nella sua prigione, pur avendo in mano le chiavi del lucchetto.


Contemporaneamente, Poiana 3 ha vissuto la sua piccola tragedia personale sul luogo di lavoro. Pur avendo accettato una mansione per cui era fin troppo qualificata, uno stipendio striminzito e un accordo da libera professionista con però, guarda un po', orari da dipendente, alla fine Poiana 3 è stata masticata e risputata dalla sua azienda. Sembra che il destino abbia studiato bene la legge del contrappasso: proprio Poiana 3, la secchiona prima e stacanovista poi, quella che si fa il mazz in quattro sempre e comunque, che per il lavoro darebbe anche l'ultima goccia di sangue, che non dice mai di no e antepone il bene dell'azienda al suo è stata usata e buttata via. Non solo: prima di arrivare alla parola "fine" ha subito mobbing, diffamazioni, insulti e minacce, tanto che la sua storia lavorativa si è conclusa in una sala del sindacato, davanti agli avvocati. Queste vicende sono sempre amare, ma ti sembrano ancora più ingiuste quando capitano a chi meriterebbe proprio il contrario.

Poi c'è Poiana 2, assorta come sempre nella sua fase di regressione. Avevo sperato che l'arrivo del nuovo fidanzato (finalmente sembra che sia uno normale quello giusto, teniamo incrociate le dita!) accelerasse la sua maturazione ma i festeggiamenti del 33 compleanno (ripeto: 33 non 18...) mi hanno smentita: un locale prenotato in esclusiva, piume di struzzo e collane di perle come se piovesse per onorare il tema da lei scelto ("Il Grande Gatsby") e un centinaio di invitati in una festa faraonica che ho vergognosamente schivato, non volendo avere il peso, mentale e economico, di un costume da inventare o, peggio, noleggiare. Venire a sapere che il nuovo fidanzato "che cariiiiinoooooo" ha comprato uno smoking apposta per l'occasione (O_o) mi ha convinto di aver fatto la scelta giusta.

Ma sto divagando. L'ultima espressione della regressione di Poiana 2 è l'abbattimento totale di inibizioni sulla sua vita sessuale. Come gli anziani con demenza galoppante indugiano volentieri nei particolari delle loro avventure sul water, così Poiana 2 non perde occasione di condividere i particolari delle sue avventure a letto. Se qualcuna di voi pensa che certi dettagli debbano rimanere nell'alcova invece di essere urlati alle amiche in un locale e che, in caso di aneddoti tanto esilaranti da interessare la comunità intera, sia buon gusto nascondere almeno l'identità del lui di turno, sappiate che, come me, siete delle bacchettone. Per Poiana 2 è un segno di confidenza, una prova di solidità del legame intavolare discorsi molto personali, come se due amiche che non parlano di sesso non fossero in realtà buone amiche. Molto probabilmente, anzi sicuramente, a me sembra un comportamento da adolescente lettrice di Top Girl perché sono vecchia dentro e pure un po' inibita. Tiè ;) Quindi ben vengano anche i resoconti delle nottate con il suo nuovo giovane fidanzato insaziabile, l'illustrazione anatomica del suo corpo statuario, i racconti di come -bidibim bidibom- pur andando a letto alle undici, prima dell'una non dormono mai, o di come le sia venuta la cistite perché lui è troppo dotato. La cosa non mi disturba ma, lungi dal venirmi voglia di condividere esperienze simili, il mio pensiero ricorrente durante i suoi racconti è "E quindi? Che-mi-frega?". Ovviamente ripiego su una ridacchiata.

In questo periodo le Poiane non sono al massimo del loro splendore ma si riprenderanno. Poiana 1 darà un calcio nel sedere al marito e affitterà un mini appartamento solo per lei e il gatto; Poiana 3 troverà un lavoro entusiasmante e ben pagato, magari in un posto esotico dov'è sempre estate, come piace a lei; Poiana 2 ci stupirà con effetti speciali dichiarando di essere incinta di tre gemelli e sulla via dell'altare. Poiana Robin ve lo assicura :)
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