Eh sì, ridendo e scherzando siamo arrivati alla fine, mancano solo una misera trentina di giorni all'arrivo di Carciofino (anzi, un po' meno ad essere precisi O.O). Generalmente, le persone che mi incontrano invece di chiedermi come sto me lo dicono direttamente: "Non sei cambiata per niente! Beh, a parte il futon arrotolato sotto al vestito" o "Oh, guarda come sei in forma! Si vede che ti senti benissimo!", "Sei stata proprio fortunata ad avere una gravidanza così, non ti puoi lamentare!"
In realtà mi fa abbastanza comodo che non mi chiedano dettagli perchè non so neanch'io esattamente come mi sento. Sicuramente:
STANCA - se fino a metà dell'ottavo mese facevo la galletta "io neanche me ne accorgo di essere incinta", adesso il peso della gravidanza mi è piombato addosso tutto in una volta, complice anche la mole di lavoro legata al trasloco. Stare in piedi a dare indicazioni ai vari artigiani che lavorano in casa nuova è una tortura, anche camminare e fare commissioni è meno piacevole del solito perchè la velocità di crociera è quella di un bradipo (non parliamo di come salgo le scale!). Avrei voglia solo di riposarmi e fare cose futili come chiacchierare, guardare film o leggere. Tutte cose per cui, ovviamente, non ho tempo e così arrivo a sera con piedi a cotechino, gambe gonfie e dure, caviglie non pervenute, panza pesante, reflusso e acidità di stomaco fuori controllo. Certe volte mi sembra impossibile che arriverò a riappropriarmi del mio corpo tra non tanto tempo!
STRANA - non riconosco più niente di quel che mi circonda. Certo non il mio corpo e non tanto per la pancia, quanto per la rivoluzione nel suo funzionamento: il mio stomaco, che prima macinava anche i sassi, ora è ridotto a un terzo della sua grandezza normale e non digerisce nulla, neanche col maalox; le mie caviglie un tempo sottili adesso hanno le stesse pieghe delle cosce dei neonati; quello che succede dentro la panza a livello di fitte, contrazioni, dolori simil mestruali è un mistero che non so decifrare e che sbircio con timore reverenziale, temendo ogni volta di scorgere i prodromi del parto.
Non riconosco la mia casa: il vecchio nido è un magazzino di casse e scatoloni e il nuovo è un appartamento vuoto, un po' misterioso e che mi fa quasi soggezione. Le nostre cose sono disseminate tra la casa in collina, gli scatoloni, il baule dell'auto, la valigia dell'ospedale e la casa di mamma pettirosso dove hanno chiesto asilo il mio bucato e il corredino del Carciofino.
E' diverso anche il mio rapporto con Mr Owl, soprattutto perchè tra le tante cose da fare e i miei impedimenti fisici è difficile trovare momenti d'intimità, intesa anche solo passare un paio d'ore abbracciati. Al momento il mio desiderio segreto è una serata di covo sul divano, in completo relax, (cosa resa impossibile dalla mia mole e dal reflusso che mi fa rigirare come una tarantolata). Il mio sogno inconfessabile sarebbe avere un po' di tempo da trascorrere insieme, tra il trasloco e la nascita, senza pensare a niente, magari in vacanza da qualche parte, magari in un paradiso tropicale via, giusto perché stiamo sognando, considerato che quest'estate i viaggi sono scarseggiati e il bel tempo pure.
SPAVENTATA - beh, innanzitutto dal parto. Anche se mi sono mossa per tempo, scegliendo l'unico ospedale della provincia che fa l'epidurale (e questo pensiero mi rassicura decisamente tanto) di fatto non sono mica così serena sul travaglio. Prova ne è che le ultime sere, davanti a una nausea insistente, ho googlato "sintomi di inizio travaglio" e leggendo nell'elenco "nausea, vomito e dissenteria" mi è venuto il panico da aereo.
Eppure questo è niente in confronto alla paura del post! Tanto per cominciare la paura del primo incontro con lui: non sono tanto sicura che mi piacerà, rugoso, livido, coperto di vernice caseosa e contratto dal pianto. E se il mio primo pensiero davanti a mio figlio fosse "Uhm, tanta fatica per 'sto coso qui?" E se non ci piacessimo? E se non provassi per lui quello smodato amore materno che dovrebbe scattare più o meno subito? E se allattare mi ripugnasse? E se dovessi guardare languida i fiocchi rosa delle mie compagne di camera e le loro culle piene di frappe e tutine frufru rosa confetto? L'idea che io e Carciofino potremmo non riuscire a trovare una certa intesa e complicità mi fa cadere nello sconforto.
E poi tanta, tanta paura per come gestiremo il nuovo menage familiare quando saremo in tre. Mi sembra tutto così enorme, così rivoluzionario, così impossibile da immaginare adesso che mi fa stare col fiato sospeso.
In realtà mi fa abbastanza comodo che non mi chiedano dettagli perchè non so neanch'io esattamente come mi sento. Sicuramente:
STANCA - se fino a metà dell'ottavo mese facevo la galletta "io neanche me ne accorgo di essere incinta", adesso il peso della gravidanza mi è piombato addosso tutto in una volta, complice anche la mole di lavoro legata al trasloco. Stare in piedi a dare indicazioni ai vari artigiani che lavorano in casa nuova è una tortura, anche camminare e fare commissioni è meno piacevole del solito perchè la velocità di crociera è quella di un bradipo (non parliamo di come salgo le scale!). Avrei voglia solo di riposarmi e fare cose futili come chiacchierare, guardare film o leggere. Tutte cose per cui, ovviamente, non ho tempo e così arrivo a sera con piedi a cotechino, gambe gonfie e dure, caviglie non pervenute, panza pesante, reflusso e acidità di stomaco fuori controllo. Certe volte mi sembra impossibile che arriverò a riappropriarmi del mio corpo tra non tanto tempo!
STRANA - non riconosco più niente di quel che mi circonda. Certo non il mio corpo e non tanto per la pancia, quanto per la rivoluzione nel suo funzionamento: il mio stomaco, che prima macinava anche i sassi, ora è ridotto a un terzo della sua grandezza normale e non digerisce nulla, neanche col maalox; le mie caviglie un tempo sottili adesso hanno le stesse pieghe delle cosce dei neonati; quello che succede dentro la panza a livello di fitte, contrazioni, dolori simil mestruali è un mistero che non so decifrare e che sbircio con timore reverenziale, temendo ogni volta di scorgere i prodromi del parto.
Non riconosco la mia casa: il vecchio nido è un magazzino di casse e scatoloni e il nuovo è un appartamento vuoto, un po' misterioso e che mi fa quasi soggezione. Le nostre cose sono disseminate tra la casa in collina, gli scatoloni, il baule dell'auto, la valigia dell'ospedale e la casa di mamma pettirosso dove hanno chiesto asilo il mio bucato e il corredino del Carciofino.
E' diverso anche il mio rapporto con Mr Owl, soprattutto perchè tra le tante cose da fare e i miei impedimenti fisici è difficile trovare momenti d'intimità, intesa anche solo passare un paio d'ore abbracciati. Al momento il mio desiderio segreto è una serata di covo sul divano, in completo relax, (cosa resa impossibile dalla mia mole e dal reflusso che mi fa rigirare come una tarantolata). Il mio sogno inconfessabile sarebbe avere un po' di tempo da trascorrere insieme, tra il trasloco e la nascita, senza pensare a niente, magari in vacanza da qualche parte, magari in un paradiso tropicale via, giusto perché stiamo sognando, considerato che quest'estate i viaggi sono scarseggiati e il bel tempo pure.
SPAVENTATA - beh, innanzitutto dal parto. Anche se mi sono mossa per tempo, scegliendo l'unico ospedale della provincia che fa l'epidurale (e questo pensiero mi rassicura decisamente tanto) di fatto non sono mica così serena sul travaglio. Prova ne è che le ultime sere, davanti a una nausea insistente, ho googlato "sintomi di inizio travaglio" e leggendo nell'elenco "nausea, vomito e dissenteria" mi è venuto il panico da aereo.
Eppure questo è niente in confronto alla paura del post! Tanto per cominciare la paura del primo incontro con lui: non sono tanto sicura che mi piacerà, rugoso, livido, coperto di vernice caseosa e contratto dal pianto. E se il mio primo pensiero davanti a mio figlio fosse "Uhm, tanta fatica per 'sto coso qui?" E se non ci piacessimo? E se non provassi per lui quello smodato amore materno che dovrebbe scattare più o meno subito? E se allattare mi ripugnasse? E se dovessi guardare languida i fiocchi rosa delle mie compagne di camera e le loro culle piene di frappe e tutine frufru rosa confetto? L'idea che io e Carciofino potremmo non riuscire a trovare una certa intesa e complicità mi fa cadere nello sconforto.
E poi tanta, tanta paura per come gestiremo il nuovo menage familiare quando saremo in tre. Mi sembra tutto così enorme, così rivoluzionario, così impossibile da immaginare adesso che mi fa stare col fiato sospeso.