Sotto sotto lo sapevo che sarebbe andata a finire così. O meglio, lo sospettavo. Tanta ansia prima di partire e poi il giorno fatidico tutto sommato sarei riuscita a racimolare un discreto coraggio, quel tanto che basta per affrontare il volo senza isterie.
Quello che non mi aspettavo era questa "illuminazione" e soprattutto che l'efficacia del nuovo trucco per tenere a bada la paura di volare fosse così potente. E semplice :)
Vi dico solo che all'andata sono bastate cinque misere gocce di xanax dopo colazione e al ritorno, udite udite, NULLA. Non sento tonfi di lettori ribaltati dalle loro sedie. Allora forse dovrei aggiornarvi sulle mie statistiche personali: erano un paio di anni che non volavo senza "doping", o meglio una volta o due ci avevo provato, ma con enorme sofferenza. E invece domenica notte ero mediamente calma: ho chiacchierato con i miei vicini di posto, ho fatto coraggio a una persona che aveva paura e ho perfino bevuto ben due tè, uno prima e uno in volo. Non deteinati eh?! Al segnale di allanciare le cinture di sicurezza non mi è neanche balzato il cuore in gola: oh gente, non ero io! Ero posseduta dal daimon dell'aviatore ;D Insomma signori e signore, un successo trionfale! Non mi illudo che questa sia una svolta nel mio odio per il volo, ma non me la sento neanche di ignorare questo "piccolo" evento, questa soddisfazione incontenibile. La mia più grande paura tenuta al guinzaglio: che inebriante sensazione di onnipotenza! Mi sentivo padrona del mondo :)
Detto questo, la trasferta sotto certi aspetti è stata proprio come me la immaginavo.
La solita frustrazione nell'intravedere, sfiorare e annusare meraviglie che non puoi scrutare, toccare e gustare: niente tempo per visitare le città, nemmeno un attimo per fermarsi e fotografare uno scorcio che attira la tua attenzione. E la consapevolezza che, nonostante la toccata e fuga, l'enorme, caotica, terronissima e bellissima Palermo ti ha affascinata.
Collega Nuova è davvero carina come mi era sembrata. E' una di quelle persone che riescono naturalmente a trasformarmi in una gran chiacchierona. Non so come abbia fatto, ma in pochi giorni è riuscita a farsi raccontare vita, morte e miracoli di me. Io che di solito sono così riservata sulla mia vita privata e guardinga a fare confidenze lavorative ai nuovi colleghi, ho blaterato all'infinito delle mie passioni, delle mie abitudini, della difficoltà a scegliere una sola università dopo il liceo, di Mr Owl e poi di Stakanov, del Capo, di come siamo sottopagati e delle cose che secondo me non vanno in ufficio. Alla faccia delle precauzioni che mi ero autoimposta "Sii diplomatica Robin! Non parlare troppo prima di aver capito che tipo è davvero!". Ma mi dà fiducia ed è troppo, troppo bello, dopo tanto tempo, avere un'alleata, una collega normale, che dia valore alla sua vita privata e che abbia effettivamente una vita al di fuori del lavoro.
Essere con lei e con gli altri due ragazzi che ci aiutano per questi eventi è stato anche un divertimento, a tratti mi sembrava di essere in gita. Ad esempio mentre scorazzavamo per le Madonie: sarà stata la guida sportiva del collega napoletano, deciso a recuperare il ritardo accumulato sulla tabella di marcia, saranno stati i finestrini aperti e i capelli spettinati dall'aria di tarda estate, le risate a ogni buca presa ad alta velocità che ci sbatacchiava contro il tettuccio, o forse la radio a palla, o magari il sole e il profumo della natura che in ufficio mi manca tanto, fatto sta che mi sentivo un'adolescente in vacanza.
Naturalmente c'è stata anche la ben nota altalena emozionale legata allo stress dell'evento, con picchi di adrenalina ed entusiasmo, emozioni forti che ti fanno sentire viva, complicità, decisioni da prendere al volo e risate che mettono a dura prova la vescica ;) Ma anche baratri di sconforto, fame e mal di macchina, tensione e fiato sospeso, stanchezza atroce, lotte contro il tempo da cardiopalma, delusione per il conteggio degli straordinari, sempre al ribasso.
Quello che mi ha pesato più del solito è stata la mancanza di spazi solo per me. Per quanto Collega Nuova fosse una compagna piacevole, non ne potevo più di condividere la camera, di stare in compagnia 24 ore su 24, di non avere un solo momento mio, in cui chiudere la porta al lavoro e rilassarmi veramente. E soprattutto sono stata assalita da una voglia smisurata, travolgente, di leggere in santa pace. Un bisogno altrettando impellente della fame o del sonno.
Tanto che, nonostante mi si chiudessero gli occhi, quando Collega Nuova perdeva i sensi nel suo letto accendevo la luce sotto le coperte e sacrificavo una parte delle poche ore di sonno per immergermi nel mio libro. Tanto da desiderare quasi di trovarmi sull'aereo per Milano, per avere un'ora e mezzo per leggere, finalmente.
Altro tasto dolente che non avevo previsto: la cucina siciliana. Mi ero messa in testa che proprio non mi piacesse: troppe verdure, troppo pesce e poi i dolci di mandorle, miele e canditi, tipico esempio di come si possa rovinare anche il dessert, la parte del menù che preferisco. Poi arrivi e a ogni buffet ti riempiono il piatto come se fossi a digiuno da una settimana.
- Lei secca è! Tenga un bel piatto di pasta al forno (NB se non sei almeno una decina di chili sovrappeso agli occhi dei cuochi siculi sarai sempre "secca")
- No grazie, mi fa una gola... Ma oggi voglio star leggera.
- Allora un arancino, bello caldo appena fritto.
- Ehm... No, non mi faccia sentire il profumo per favore! Pensavo dimangiare solo verdura.
- Allora la parmigggiana di melanzane - e giù una sbadilata nel piatto che quasi ti cade dalle mani dal peso - Ma ddda sole non vanno gggiù. Ci metta un po' di pesce, leggggero è.
Certo, se non fosse ripieno di pinoli e mandorle sarebbe più leggero. E poi, ovviamente, non si può saltare il dolce: "Ma come, il cannolo fa digggerire!"
Vi lascio con qualche foto delle meraviglie siciliane che ho solo potuto intravedere.
Se doveste cercare un hotel a Taormina, vi consiglio di valutare il Porta del Tocco, un piccolissimo hotel aperto da soli due mesi. Nuovissimo, in pieno centro storico, la colazione è da leccarsi i baffi e il personale estremamente gentile.
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Quello che non mi aspettavo era questa "illuminazione" e soprattutto che l'efficacia del nuovo trucco per tenere a bada la paura di volare fosse così potente. E semplice :)
Vi dico solo che all'andata sono bastate cinque misere gocce di xanax dopo colazione e al ritorno, udite udite, NULLA. Non sento tonfi di lettori ribaltati dalle loro sedie. Allora forse dovrei aggiornarvi sulle mie statistiche personali: erano un paio di anni che non volavo senza "doping", o meglio una volta o due ci avevo provato, ma con enorme sofferenza. E invece domenica notte ero mediamente calma: ho chiacchierato con i miei vicini di posto, ho fatto coraggio a una persona che aveva paura e ho perfino bevuto ben due tè, uno prima e uno in volo. Non deteinati eh?! Al segnale di allanciare le cinture di sicurezza non mi è neanche balzato il cuore in gola: oh gente, non ero io! Ero posseduta dal daimon dell'aviatore ;D Insomma signori e signore, un successo trionfale! Non mi illudo che questa sia una svolta nel mio odio per il volo, ma non me la sento neanche di ignorare questo "piccolo" evento, questa soddisfazione incontenibile. La mia più grande paura tenuta al guinzaglio: che inebriante sensazione di onnipotenza! Mi sentivo padrona del mondo :)
Detto questo, la trasferta sotto certi aspetti è stata proprio come me la immaginavo.
La solita frustrazione nell'intravedere, sfiorare e annusare meraviglie che non puoi scrutare, toccare e gustare: niente tempo per visitare le città, nemmeno un attimo per fermarsi e fotografare uno scorcio che attira la tua attenzione. E la consapevolezza che, nonostante la toccata e fuga, l'enorme, caotica, terronissima e bellissima Palermo ti ha affascinata.
Collega Nuova è davvero carina come mi era sembrata. E' una di quelle persone che riescono naturalmente a trasformarmi in una gran chiacchierona. Non so come abbia fatto, ma in pochi giorni è riuscita a farsi raccontare vita, morte e miracoli di me. Io che di solito sono così riservata sulla mia vita privata e guardinga a fare confidenze lavorative ai nuovi colleghi, ho blaterato all'infinito delle mie passioni, delle mie abitudini, della difficoltà a scegliere una sola università dopo il liceo, di Mr Owl e poi di Stakanov, del Capo, di come siamo sottopagati e delle cose che secondo me non vanno in ufficio. Alla faccia delle precauzioni che mi ero autoimposta "Sii diplomatica Robin! Non parlare troppo prima di aver capito che tipo è davvero!". Ma mi dà fiducia ed è troppo, troppo bello, dopo tanto tempo, avere un'alleata, una collega normale, che dia valore alla sua vita privata e che abbia effettivamente una vita al di fuori del lavoro.
Essere con lei e con gli altri due ragazzi che ci aiutano per questi eventi è stato anche un divertimento, a tratti mi sembrava di essere in gita. Ad esempio mentre scorazzavamo per le Madonie: sarà stata la guida sportiva del collega napoletano, deciso a recuperare il ritardo accumulato sulla tabella di marcia, saranno stati i finestrini aperti e i capelli spettinati dall'aria di tarda estate, le risate a ogni buca presa ad alta velocità che ci sbatacchiava contro il tettuccio, o forse la radio a palla, o magari il sole e il profumo della natura che in ufficio mi manca tanto, fatto sta che mi sentivo un'adolescente in vacanza.
Naturalmente c'è stata anche la ben nota altalena emozionale legata allo stress dell'evento, con picchi di adrenalina ed entusiasmo, emozioni forti che ti fanno sentire viva, complicità, decisioni da prendere al volo e risate che mettono a dura prova la vescica ;) Ma anche baratri di sconforto, fame e mal di macchina, tensione e fiato sospeso, stanchezza atroce, lotte contro il tempo da cardiopalma, delusione per il conteggio degli straordinari, sempre al ribasso.
Quello che mi ha pesato più del solito è stata la mancanza di spazi solo per me. Per quanto Collega Nuova fosse una compagna piacevole, non ne potevo più di condividere la camera, di stare in compagnia 24 ore su 24, di non avere un solo momento mio, in cui chiudere la porta al lavoro e rilassarmi veramente. E soprattutto sono stata assalita da una voglia smisurata, travolgente, di leggere in santa pace. Un bisogno altrettando impellente della fame o del sonno.
Tanto che, nonostante mi si chiudessero gli occhi, quando Collega Nuova perdeva i sensi nel suo letto accendevo la luce sotto le coperte e sacrificavo una parte delle poche ore di sonno per immergermi nel mio libro. Tanto da desiderare quasi di trovarmi sull'aereo per Milano, per avere un'ora e mezzo per leggere, finalmente.
Altro tasto dolente che non avevo previsto: la cucina siciliana. Mi ero messa in testa che proprio non mi piacesse: troppe verdure, troppo pesce e poi i dolci di mandorle, miele e canditi, tipico esempio di come si possa rovinare anche il dessert, la parte del menù che preferisco. Poi arrivi e a ogni buffet ti riempiono il piatto come se fossi a digiuno da una settimana.
- Lei secca è! Tenga un bel piatto di pasta al forno (NB se non sei almeno una decina di chili sovrappeso agli occhi dei cuochi siculi sarai sempre "secca")
- No grazie, mi fa una gola... Ma oggi voglio star leggera.
- Allora un arancino, bello caldo appena fritto.
- Ehm... No, non mi faccia sentire il profumo per favore! Pensavo dimangiare solo verdura.
- Allora la parmigggiana di melanzane - e giù una sbadilata nel piatto che quasi ti cade dalle mani dal peso - Ma ddda sole non vanno gggiù. Ci metta un po' di pesce, leggggero è.
Certo, se non fosse ripieno di pinoli e mandorle sarebbe più leggero. E poi, ovviamente, non si può saltare il dolce: "Ma come, il cannolo fa digggerire!"
Vi lascio con qualche foto delle meraviglie siciliane che ho solo potuto intravedere.
Se doveste cercare un hotel a Taormina, vi consiglio di valutare il Porta del Tocco, un piccolissimo hotel aperto da soli due mesi. Nuovissimo, in pieno centro storico, la colazione è da leccarsi i baffi e il personale estremamente gentile.
