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La trasferta russa - 2° giorno

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Il primo risveglio a Mosca è irreale: nonostante siano le 8.00, quando apriamo le tende fuori è completamente buio. Nella hall dell'hotel ci aspetta Guida, un ragazzo italiano molto in gamba che dopo il liceo si è trasferito in Russia e ora, a soli 23 anni, parla molto bene il russo, è il referente moscovita di un'importante ditta italiana (anche loro sponsor del nostro evento) e orgogliosamente si mantiene da solo in una città in cui vivere è molto difficile. Per la cronaca, mi dicono che un affitto medio a Mosca può arrivare anche a 5.000 € al mese, a fronte di stipendi non certo astronomici.
Ma parlavo del buio: Guida ci spiega che da un paio di anni la Russia non si adegua più al cambio d'ora legale, quindi si gode sì un pomeriggio più lungo, ma al mattino ci si sveglia nell'oscurità impenetrabile della notte nordica.



La nostra mattinata inizia al BoscoBar, uno dei ristoranti di Bosco, un colosso del catering moscovita che ha il suo quartiere generale proprio ai magazzini Gum. Ora, probabilmente a voi (come a me del resto) "Gum" non dirà nulla, ma si tratta di una piccola città nella città, un grande magazzino di lusso che occupa un lato intero della piazza rossa con un elegante palazzo ottocentesco illuminato come un albero di Natale. Coi suoi tre piani di negozi, divisi in tre enormi corridoi, che sono vere e proprie vie, Gum raduna le firme più esclusive in uno spazio grande come un isolato.


Lì potete trovare di tutto: una borsa di Chanel, una bottiglia di limoncello siciliano o anche le bibite tipiche del periodo sovietico (pare ci sia un filone nostalgico abbastanza diffuso). Basta pagare, ovviamente, e non poco.


Dicevo, nel BoscoBar incontriamo i nostri collaboratori alla cena del giorno seguente. Ci accomodiamo davanti alle grandi finestre che danno sulla Piazza Rossa: sbirciando dai vetri possiamo fingere di essere turisti mentre parliamo di lavoro... davanti alla seconda colazione :)
Io ordino subito un tè, anzi, vari tè ^^' Memore dei miei adorati scrittori russi, sono curiosa di provare la bevanda nazionale, immancabile in ogni isba che si rispetti, la più amata - vodka a parte ;)


Scopro con delizia che in Russia il tè viene sempre servito su uno scaldavivande con lumino acceso e con tante tazze quanti sono i commensali: si dà per scontato che tutti vogliano assaggiarne almeno un goccio, perchè chi potrebbe dire di no a un buon tè? Quanto sono avanti i russi? ;)
Inutile dire che già mi sento a casa, accoccolata sui divanetti vicini alle vetrate di Gum, guardando l'alba che pian piano scopre le forme della Piazza Rossa, bellissima anche nella luce livida di febbraio



E... beh... sì, ok diaciamolo: mi sono sentita ancora più a casa quando ci hanno servito queste ;)


Nel pomeriggio facciamo il nostro primo sopralluogo in ambasciata. Decidiamo di andare in metro e per la prima volta sperimentiamo il caldo torrido della capitale: nonostante la metropolitana non sia riscaldata in inverno nè condizionata in estate, è talmente profonda e affollata che sembra di entrare in una sauna finlandese. Solo che sei bardato per una spedizione artica :/

Villa Berg è un'elegante residenza, un po' più piccola di quel che immaginavo ma perfetta per una cena privata come la nostra. Ci accoglie con un intenso profumo di cera da legno: in effetti il legno è ovunque, un po' troppo scuro per i miei gusti ma l'impressione è di gran calore. Mi astengo da qualsiasi commento sulla produttività del nostro personale diplomatico, preferisco lasciarvi alcune immagini della location.





Finiti i sopralluoghi, decidiamo di tornare in hotel a piedi passando dalla celebre Arbat. Vi dirò, un po' mi ha deluso: avevo grandi aspettative su questa via, ma l'ho trovata meno curata di quel che speravo e non tanto 'scenografica'. E' stato però spassosissimo fotografare le scritte in cirillico ;D


E poi naturalmente c'è stata la sosta merenda :) So che non ne dubitavate!
Non da Starbucks, ma in un bar russo russo, dove tutto era scritto in cirillico e non parlavano una parola d'inglese. Yeah! Anzi, Daaa! Così abbiamo sperimentato i risultati del nostro mini-corso di russo... E provato l'ebbrezza di non sapere cosa hai ordinato finchè non arriva il cameriere a portartelo ;)
Questa la vetrina dei dolci. Nemmeno io ho avuto il coraggio di assaggiare una di queste torte! Vi assicuro che la Super Pasha (un nome, un programma) era davvero alta mezzo metro O.O



Tanto per rimanere in tema mangereccio, a cena andiamo da Reca, o Pека, un ristorante chiccoso che ha anche un piano un night / disco / pub. Si trova in un'ex zona industriale ora riqualificata sulla riva del fiume Reka, appunto, proprio di fianco al vecchio stabilimento della più importante cioccolateria di Mosca. E qui già ha acquistato un punto :)

Dopo esserci arrampicati su 4 rampe di scale, ci troviamo in una bellissima sala con ampie vetrate sul fiume. La vista era pressapoco questa:

foto presa da qui 

Mi sono mangiata le mani ad aver lasciato la macchina fotografica in albergo proprio quella sera, perchè sarebbe stato tutto da immortalare!


Un ristorante che vi consiglierei caldamente se non fosse per il prezzo... Il conto è di circa 40.000 Rubli, una cosa come 1.000 eurini... Per carità la cena era squisita, la vista spettacolare, il locale elegante e il servizio impeccabile però ecco, spendere 1.000 € per una cena mi sembra un tantino esagerato, quasi immorale direi.

A parte questo (tutto sommato, non pagando io, me ne fregava il giusto ;)) il neo della serata, puntuale come le tasse, è stata di nuovo la conversazione post cena.
Si inizia con QI70 che elargisce verità assolute quali "gli ugg sono intrombabili"
(chissà cosa penserebbe delle mie imitazioni da 17 € dell'Oviesse ^^')
"E' inammissibile che una donna si presenti a letto con le calze...
(che io indosso da ottobre a marzo)
"... O con una camicia da notte di Hello Kitty"
(indovinate cosa ho buttato in valigia? Ebbene sì, questo ma in rosa!)
Mi devo rassegnare: io e QI70 non siamo fatti l'uno per l'altra ;)
Il clima si surriscalda però quando QI20 inizia a (stra)parlare di immigrati e razzismo. Mi rifiuto di perder tempo a trascrivervi le sue profonde riflessioni, così come mi sono rifiutata di intervenire nella conversazione o anche d'indignarmi. Mentre CollegaNuova si scalda io, a differenza della sera precedente, guardo la scena da fuori, come se fosse un film: i discorsi sono talmente paradossale da sembrare una caricatura; davanti a mentalità così superficiali non vale neanche la pena di iniziare a parlare, non ci capiremmo mai.
Ancora una volta l'aria fresca e gli scorci di Mosca che intravediamo mentre torniamo all'albergo mi fanno dimenticare le parole di QI20. E poi arrivati in Piazza Rossa nevica forte :) Mi sembra di essere stata catapultata in una scena di Guerra e Pace... Non è meravigliosa?




Fine secondo giorno

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